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Il commento di Matteo Salvini dopo il caso Paragon: "Regolamento di conti tra servizi di intelligence"

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Matteo Salvini, interrogato sullo spyware Graphite della Paragon Solutions, richiama presunti regolamenti di conti all'interno dei servizi di intelligence.

Attivisti e giornalisti spiati tramite uno spyware sviluppato da un’azienda israeliana. Lo scandalo legato alla Paragon Solutions è emerso a seguito di segnalazioni pubbliche. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, attribuisce la vicenda a presunti “conflitti interni ai servizi di intelligence“, mentre le forze di opposizione si uniscono nel sollecitare il governo a fornire chiarimenti urgenti in Parlamento.

Paragon, Salvini: “Regolamento di conti tra servizi di intelligence”

Matteo Salvini, interrogato sugli spionaggi dello spyware Graphite durante una conferenza stampa alla Camera, ha dichiarato:

“Non conosco la società in questione, non ci ho mai avuto a che fare, non ha mai collaborato con realtà a me vicine o conosciute e quindi non so cosa rispondere, onestamente. Non so se ci fosse questo software, non so da chi fosse usato, per quali motivi. C’è la necessità di un momento di chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence“.

Il vicepremier ha poi dichiarato di non voler commentare sullo spyware o sulla Paragon Solutions, ammettendo di non avere informazioni sufficienti in merito. Ha aggiunto che, durante la sua visita in Israele prevista per lunedì, intende informarsi direttamente sulla questione.

La Lega, dopo le dichiarazioni di Salvini, ha precisato che il riferimento ai presunti regolamenti di conti tra i servizi di intelligence si basa esclusivamente su quanto riportato dai media negli ultimi giorni. Il partito ha inoltre espresso sorpresa per la diffusione di documenti riservati, provenienti dalla Procura, che sarebbero stati consegnati a giornalisti citati in giudizio, nonostante la legge consenta solo la visione di tali atti. Nella nota si ribadisce piena fiducia negli attuali vertici dell’intelligence, ritenuti adeguati al ruolo assegnato.

Secondo quanto comunicato da Palazzo Chigi, sono sette le utenze italiane compromesse dallo spyware, che sfrutta una falla di WhatsApp senza necessità di interazione della vittima. Tra le persone colpite ci sono il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, il fondatore di Mediterranea Luca Casarini e almeno tre membri dell’ONG, tra cui l’armatore Beppe Caccia. Lunedì il team legale presenterà un esposto al centro di sicurezza cibernetica della polizia di Stato di Palermo, primo passo verso l’apertura di un’indagine in Procura.

La richiesta delle opposizioni sul caso

Le opposizioni hanno subito richiesto spiegazioni sul caso esploso in Italia:

“Il governo deve venire a chiarire, hanno fatto delle smentite che sono state smentite. Il governo non può anche su questo mettere la testa sotto la sabbia, la presidente del coniglio è il caso che venga a riferire”, ha tuonato la segretaria Pd Elly Schlein

Anche il portavoce di Europa Verde e deputato alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha commentato:

“Se il premier ammette un simile caos nei servizi di intelligence, vuol dire che l’Italia, sotto questo governo, è totalmente fuori controllo. Incredibile che Salvini abbia annunciato l’intenzione di chiedere chiarimenti a Israele. Meloni deve venire subito in Aula e chiarire due questioni fondamentali: perché ha liberato un criminale come Osama Almasri, torturatore e stupratore? Perché giornalisti e attivisti sono stati spiati con un software controllato dal governo? Noi non aspettiamo oltre: annunciamo immediatamente un’interrogazione parlamentare per fare luce su questa vicenda. Meloni non può più fuggire: deve rispondere agli italiani”.

Matteo Renzi sottolinea che si tratta di una grave violazione della privacy e di uno scandalo che non può essere minimizzato.