Un padre, desideroso di trascorrere del tempo con la figlia, prende tre giorni di congedo parentale, ma si ritrova a essere licenziato dalla sua azienda. La storia, che ha trovato una svolta inaspettata, è emersa da un caso verificatosi in un’azienda nella provincia di Perugia, come riportato dal Messaggero Umbria.
Perugia, papà licenziato: aveva preso tre giorni di congedo parentale
La vicenda risale al novembre 2022, quando l’operaio, impiegato nell’azienda dal 2019, decide di richiedere un breve periodo di congedo parentale a fine novembre. Tuttavia, a metà dicembre, l’azienda reagisce emettendo una contestazione disciplinare, sostenendo la presenza di un “presunto abuso” nel suo comportamento durante il congedo. Secondo l’azienda, il padre avrebbe trascorso quei tre giorni non dedicandosi alla cura della figlia, come previsto dal congedo parentale, ma facendo la spesa al supermercato e rimanendo a casa. Questi comportamenti, giudicati incompatibili con la finalità del congedo, portano al licenziamento dell’operaio.
Papà licenziato a Perugia: la sentenza del giudice e il reintegro in azienda
In seguito, l’operaio decide di impugnare la sanzione disciplinare, portando il caso davanti al giudice della sezione Lavoro del tribunale civile di Perugia. Il giudice stabilisce che il congedo parentale è destinato a compiti necessari per la cura della famiglia e della prole, come il riassetto della casa e la preparazione dei pasti, contribuendo anche all’agevolazione della madre nel riprendere l’attività lavorativa.
Il verdetto del giudice ha portato a una vittoria per l’operaio licenziato, imponendo all’azienda il reintegro sul posto di lavoro e il pagamento delle 13 mensilità di stipendio, oltre ai contributi persi durante il periodo di assenza. L’avvocato dell’operaio ha sottolineato l’importanza di questa pronuncia nel contesto nazionale, evidenziando il ruolo fondamentale del congedo parentale nella promozione della condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne.