Negli ultimi mesi del suo pontificato, Papa Francesco ha mostrato al mondo non solo la forza della sua parola, ma anche la verità della sua fragilità. La malattia, i ricoveri, le fatiche fisiche non hanno mai oscurato la luce della sua fede, anzi: l’hanno resa ancora più visibile. Fedele fino alla fine alla sua missione di pastore, ha attraversato la sofferenza con dignità e silenzio, testimoniando che anche nel dolore più intimo può nascere una parola di speranza.
La sua malattia non è stata una ritirata, ma un ultimo atto di servizio: una lezione di umanità, di fede vissuta, di amore per la Chiesa.
Papa Francesco: tra malattia e missione
Sin da giovane, Papa Francesco ha dovuto fare i conti con fragilità dell’apparato respiratorio: a soli 21 anni, gli fu rimosso il lobo superiore del polmone destro a seguito di una grave infezione. Una condizione che, sebbene sotto controllo per anni, ha reso il suo sistema respiratorio particolarmente vulnerabile. Negli ultimi tempi, il suo stato di salute ha mostrato un peggioramento progressivo, segnato da frequenti ricadute respiratorie.
Nel marzo 2023, è stato ricoverato per una bronchite acuta che richiese cure ospedaliere. A fine 2024, una nuova infezione — questa volta più insistente — lo ha costretto a rinunciare alla prevista partecipazione alla Cop28 di Dubai. La situazione si è fatta ancora più seria nel febbraio 2025, quando Francesco è stato nuovamente ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. I medici hanno riscontrato una bronchite di natura polimicrobica, che è degenerata in una polmonite bilaterale, richiedendo un lungo periodo di cura e osservazione.
Dopo oltre un mese di degenza, Papa Francesco è stato dimesso il 23 marzo e trasferito alla residenza di Santa Marta, dove ha proseguito la convalescenza sotto costante sorveglianza medica. Nonostante la gravità del quadro clinico, anche in quei giorni difficili non ha smesso di pregare, ricevere visite e seguire con attenzione la vita della Chiesa.
Francesco, tra malattia e missione: la fragilità di un uomo, la forza di un Papa
Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha scelto di vivere una vita semplice e umile, vicina alle persone, in particolare a quelle più vulnerabili e sofferenti. La malattia, quindi, non ha mai rappresentato un ostacolo, ma piuttosto un’opportunità di testimoniare l’autenticità della sua fede. La sua missione non è mai stata solo quella di guidare la Chiesa, ma anche di dare un esempio di come la sofferenza possa essere affrontata con dignità, coraggio e speranza.
Anche nei periodi di maggiore debolezza, quando le sue condizioni di salute si sono aggravate, Francesco ha continuato a presiedere gli impegni istituzionali, a pregare per il mondo e a guidare la Chiesa con la forza che derivava dalla sua fede profonda. Non si è mai ritirato dietro la sua malattia; piuttosto, l’ha usata come una forma di testimonianza, un modo per avvicinarsi ulteriormente ai sofferenti e per sottolineare che il dolore non è un nemico, ma una parte della condizione umana che può essere redenta e trasformata in una fonte di amore.
La sua forza non è mai stata quella di un uomo che ignorava la propria fragilità, ma quella di un uomo che sapeva viverla in pieno, senza permettere che essa lo definisse. La sua fede, infatti, gli ha dato la capacità di andare oltre i limiti fisici del corpo. Francesco ha dimostrato che la vera forza non è quella del corpo, ma quella dello spirito.