Suor Geneviève Jeanningros ha lasciato un segno profondo nel silenzio della basilica di San Pietro, fermandosi a piangere davanti alla salma di Papa Francesco e infrangendo il protocollo.
La religiosa che ha infranto il protocollo e pianto davanti alla salma di Papa Francesco
Mentre tutti i cardinali e i vescovi passavano davanti al feretro per l’ultimo saluto, lei ha sostato in lacrime davanti alla bara, pregando e piangendo, senza che nessuno interrompesse la sua commozione. È rimasta lì, immobile, per diversi minuti.
La legava a Francesco una storia che inizia molto prima del pontificato: la religiosa infatti è la figlia della sorella di Léonie Duquet, una delle suore francesi sequestrate durante la dittatura in Argentina. È stata rapita il 10 dicembre 1977, fatta prigioniera nell’ex Esma e scomparsa insieme alla sua compagna Alice Domon. Ogni mercoledì, suor Geneviève portava alle udienze generali gruppi di omosessuali e transessuali, molti dei quali erano prostitute. Nel periodo della pandemia, insieme al parroco della Beata Vergine Maria di Torvaianica, Andrea Conocchia, aveva chiesto all’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, di fornire aiuti ai lavoratori dei luna park e alla comunità trans. Il 31 luglio 2024 la religiosa aveva organizzato la visita di Bergoglio al luna park di Ostia, e quello era stato il loro ultimo incontro. In tale occasione, il Papa aveva benedetto una statua del parco, che rappresentava la “Vergine protettrice dello spettacolo viaggiante e del circo”.
Chi è suor Geneviève
È stata quindi proprio suor Geneviève, religiosa 81enne dell’ordine delle Piccole Sorelle di Gesù, tra le prime persone a portare l’omaggio al Papa esposto nella basilica di San Pietro. Papa Francesco la definiva ironicamente una “enfant terrible”, parlando della sua vocazione, visto che da 56 anni si dedica all’assistenza dei transgender e delle prostitute di Ostia lido, oltre che dei circensi. E aveva portato all’attenzione del Papa questa realtà.