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Papa Francesco, la rivelazione shock del medico: "Sapeva che poteva morire"

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Sergio Alfieri, capo dell'equipe medica del Gemelli che ha curato il Pontefice, ha ricordato i momenti più difficili della degenza.

Dopo 38 giorni di ricovero, Papa Francesco è stato dimesso domenica scorsa, 23 marzo. In una intervista per il Corriere della Sera, Sergio Alfieri, il capo dell’equipe medica del Gemelli che ha curato il Pontefice, ha voluto ricordare i momenti più difficili della degenza.

Papa Francesco, parla il medico Sergio Alfieri: “Fisico affaticato ma testa di un cinquantenne”

Papa Francesco è stato dimesso due giorni fa dopo 38 giorni di ricovero al Gemelli. Bergoglio ora si trova a Santa Marta, per la convalescenza. Il capo dell’equipe medica che lo ha curato, Sergio Alfieri, ha rilasciato una intervista al Corriere della Sera, affermando di come Papa Francesco, nonostante il fisico affaticato, abbia la testa di un cinquantenne. Ma ecco le sue parole: “l’ha dimostrato anche nell’ultima settimana di degenza. Appena ha cominciato a sentirsi meglio ha chiesto di andare in giro per il reparto. E poi c’è stata la sera della pizza: ha dato i soldi a uno dei collaboratori e ha offerto la pizza ha chi lo ha assistito quel giorno.” Alfieri ha parlato anche dei momenti più difficili durante il ricovero. Ecco cosa ha detto.

Papa Francesco e la malattia, la rivelazione choc: “Poteva morire”

Sergio Alfieri, al Corriere della Sera, ha parlato anche dei momenti più difficili del ricovero di Papa Francesco: “Sapeva di poter morire, ma voleva la verità.” Alfieri ha parlato delle crisi respiratorie avute da Bergoglio, sulla prima del 28 febbraio: “quella sera è stato terribile, sapeva, come noi, che poteva non superare la notte. Lui però fin dal primo giorno ci ha chiesto di dirgli la verità e ha voluto che raccontassimo la verità sulle sue condizioni. Nulla è stato mai modificato oppure omesso. Eravamo tutti consapevoli che la situazione si era ulteriormente aggravata e che c’era il rischio che potesse non farcela. Per giorni abbiamo rischiato danni ai reni e al midollo ma siamo andati avanti.”