Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio a causa di una polmonite bilaterale, ha mostrato segnali di miglioramento. Sebbene la sua condizione rimanga stabile, essa continua a essere complessa. Nel bollettino medico più recente, i medici hanno confermato che i progressi sono costanti, ma il Papa resta sotto trattamento ospedaliero. In questi giorni di grande fragilità, il Pontefice ha inviato una lettera al Corriere della Sera, esprimendo il suo pensiero su un tema di grande rilevanza.
Come sta Papa Francesco
La condizione di Papa Francesco rimane stabile, ma sono stati registrati piccoli miglioramenti grazie alla fisioterapia. Secondo quanto comunicato dalla Sala Stampa Vaticana ieri sera, 17 marzo, la giornata del Papa si è svolta in modo simile a quella precedente, con fisioterapia, preghiera, lavoro e terapia farmacologica.
Sebbene la situazione resti stabile, si osservano leggeri progressi nelle terapie respiratoria e motoria. In alcuni brevi momenti, come durante gli spostamenti, Papa Francesco riesce a rimanere senza ossigeno.
Le parole che Papa Francesco non aveva mai detto prima: la lettera al Corriere della Sera
“La fragilità umana ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide. Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità”.
Il Papa ha espresso il desiderio di incoraggiare il direttore e tutti coloro che dedicano il loro lavoro e la loro intelligenza all’informazione, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il mondo in tempo reale. Ha sottolineato l’importanza delle parole, spiegando che non sono mai soltanto parole, ma fatti che costruiscono gli ambienti umani. Ha aggiunto che le parole possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene.
“Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità”, sottolinea nella lunga lettera il Santo Padre.
Il Pontefice ha aggiunto che, mentre la guerra continua a devastare le comunità e l’ambiente senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Ha anche affermato che le religioni possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio di fraternità e giustizia, nonché la speranza di pace. Ha concluso che tutto ciò richiede impegno, lavoro, silenzio e parole.
“Sentiamoci uniti in questo sforzo, che la Grazia celeste non cesserà di ispirare e accompagnare”, ha concluso.