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Le uscite di Papa Francesco durante la convalescenza: tra prescrizioni mediche e gesti di vicinanza

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Pur con le restrizioni della convalescenza, Papa Francesco ha privilegiato la vicinanza ai fedeli, sorprendendo con gesti e visite fuori programma.

A meno di un mese dalle dimissioni dal Policlinico Gemelli, Papa Francesco è tornato a farsi vedere tra la gente, sorprendendo fedeli e osservatori. Le raccomandazioni mediche erano state chiare: riposo assoluto durante la convalescenza, pochi contatti e un lungo percorso di riabilitazione respiratoria e motoria. Ma il Pontefice, pur rispettando con rigore le terapie prescritte, ha scelto di non rinunciare del tutto alla dimensione pubblica del suo ministero.

Apparizioni improvvise, visite simboliche e momenti di intensa vicinanza pastorale hanno segnato le ultime settimane.

La convalescenza di Papa Francesco

Dimesso dal Policlinico Gemelli il 24 marzo, dopo settimane di ricovero, a Papa Francesco erano stati prescritti due mesi di riposo e riabilitazione. Le indicazioni dei medici erano precise: evitare sforzi, ridurre al minimo i contatti per non esporsi ai virus stagionali, in particolare nel contesto del Giubileo, che ha attirato a Roma migliaia di pellegrini, e sottoporsi a un programma rigoroso di fisioterapia respiratoria e motoria.

Tuttavia, fin dai giorni immediatamente successivi, il Pontefice ha dato segnali di voler vivere la convalescenza “a modo suo”: non trascurando le cure, ma nemmeno rinunciando alla presenza tra i fedeli.

Papa Francesco e i dubbi sulla convalescenza: le raccomandazioni mediche e le uscite

Nei giorni successivi alle dimissioni dal Policlinico Gemelli, Papa Francesco ha dato subito segnali di voler restare vicino al popolo, anche a costo di forzare le indicazioni mediche. La prima uscita simbolica è stata la visita alla Madonna Salus Populi Romani, nella basilica di Santa Maria Maggiore. Un gesto di affidamento e riconoscenza profondamente significativo, che ha sorpreso molti per la sua tempestività rispetto al periodo di riposo prescritto.

Poco dopo, si è registrato anche un importante incontro diplomatico: quello con JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, inizialmente rimandato per prudenza. L’incontro si è svolto comunque, ma in forma riservata, presso Casa Santa Marta, segnando la volontà del Papa di non interrompere completamente i rapporti istituzionali.

Il momento forse più emblematico di questo periodo è stato l’apparizione a sorpresa in Piazza San Pietro il giorno di Pasqua. Il Pontefice si è affacciato per pronunciare il messaggio Urbi et Orbi, ha salutato i fedeli e si è concesso un lungo giro in Papamobile tra oltre 35mila persone. Un gesto forte, in un clima mite ma comunque potenzialmente rischioso per la sua salute, che ha mostrato quanto il bisogno di vicinanza al popolo resti centrale nel suo pontificato.

Altrettanto simbolica è stata la sua presenza nella Basilica di San Pietro il 10 aprile, dove è apparso con una coperta sulle spalle, come un poncho. Un’immagine inusuale e potente, che ha fatto il giro del mondo per il suo valore umano, quasi evangelico nella sua semplicità.

Infine, il Giovedì Santo, Francesco ha scelto di far visita ai detenuti del carcere di Regina Coeli. Anche se non ha celebrato la tradizionale lavanda dei piedi, la sua presenza ha avuto un forte impatto, in linea con il suo costante richiamo a non dimenticare le periferie e i più fragili.

Nonostante ciò, fonti vicine al Papa assicurano che Francesco non ha mai trascurato le terapie prescritte: ha seguito quotidianamente sessioni di fisioterapia, esercizi di respirazione diaframmatica, espansione toracica e riabilitazione motoria con l’uso del deambulatore. Purtroppo, dopo mesi di lotta contro la malattia, si è spento questa mattina all’età di 88 anni. La sua determinazione, la sua fede e il suo amore per la Chiesa e i fedeli sono stati il faro di ogni suo passo, fino all’ultimo momento.