Paolo Del Debbio rivela: «Ho seguito un percorso in seminario per intraprendere la via del sacerdozio, ma alla fine ho optato per l'amore corporeo. Riguardo alla mia presunta affiliazione fascista? Mio padre è stato deportato.»

Paolo Del Debbio: dalla vocazione religiosa al successo nel giornalismo italiano, tra incontri con Berlusconi e la sua esperienza familiare durante il regime fascista

Paolo Del Debbio, inizialmente aspirante sacerdote, è diventato un noto volto del giornalismo italiano.

In un’intervista con il Corriere della Sera, ha condiviso i momenti significativi della sua vita, affrontando temi come la formazione religiosa, le esperienze familiari durante il regime fascista e la sua interazione con Silvio Berlusconi e Mediaset.

Un periodo formativo in seminario

Tra i suoi 16 e 18 anni, Del Debbio ha trascorso due anni nel seminario arcivescovile di Lucca, un’epoca che considera «i più belli della mia vita». Qui ha scoperto una forte passione per la filosofia.

Cresciuto in una famiglia modesta, ha trovato nel seminario un luogo di intensa riflessione e studio. Nonostante l’idea di diventare prete, la sua attrazione per «l’amore fisico» lo ha spinto a seguire un percorso diverso, sebbene resti fortemente legato ai ricordi di quegli anni formativi.

L’esperienza del padre

Un elemento importante nel percorso di vita di Del Debbio è il suo antifascismo, influenzato dalla storia di suo padre Velio, deportato in un campo nazista a Luckenwalde.

«Possono attaccare le mie trasmissioni e criticarmi, ma sul fascismo non tollero ingerenze», afferma. Ricorda come, fin dall’infanzia, le narrazioni del padre abbiano rivelato le atrocità del regime nazista e la degradazione inflitta ai prigionieri italiani, trattati «come oggetti», mentre i nazisti mostrano senza pietà le cibo riservato ai loro cani.

La carriera di Del Debbio ha avuto inizio negli anni ’90, quando è entrato nella Fininvest grazie all’intercessione di Gina Nieri, che in seguito è diventata sua consorte.

L’incontro con Fedele Confalonieri si rivelò cruciale: «Ci serve gente preparata e riflessiva», affermò Confalonieri, dando così inizio alla collaborazione di Del Debbio come suo collaboratore. Nel 1993, fu coinvolto nel team che si occupò della redazione del programma politico di Forza Italia, in un momento in cui Silvio Berlusconi iniziava la sua carriera politica. Da quel momento, Del Debbio ha ricoperto un ruolo significativo nel settore televisivo, lavorando per Mediaset e conducendo programmi di discussione politica, come “Dritto e Rovescio” su Rete 4.

Nonostante le critiche che lo accusano di sostenere la destra, Del Debbio sostiene le sue posizioni, evidenziando come «i fenomeni politici debbano essere colti nella loro fase iniziale» e rimarcando l’importanza della par condicio. Parla di Berlusconi come di un personaggio «geniale», attento a pensare, organizzare e attuare iniziative, lasciando un segno indelebile nella scena politica e mediatica italiana.