Palermo, veliero affondato in pochi secondi: le prime ipotesi

Gli inquirenti continuano le indagini per risalire alla causa dell'incidente: tra le ipotesi spunta anche l'errore umano

Il veliero Bayesian è affondato lunedì mattina, 19 agosto, al largo di Porticello a Palermo.

In queste ore stanno proseguendo le ricerche dei 6 dispersi, oltre alle indagini degli inquirenti per risalire alle cause dell’incidente. Tra le prime ipotesi anche il riferimento ad un errore umano.

Veliero affondato a Palermo: le prime ipotesi dopo l’incidente

L’incidente in mare è ancora avvolto nel mistero. La tromba d’aria, avvenuta alle prime luci dell’alba di lunedì, è stata il punto di partenza del tragico incidente ma, secondo gli ingegneri navali, il Bayesian “aveva tutte le chance per resistere a venti fortissimi, fulmini e muri d’acqua”.

Inoltre, a differenza di quanto testimoniato dal comandante, Karsten Börner, della nave tedesca che ha effettuato i primi soccorsi, la “The Italian Sea Group” avrebbe dichiarato che l’albero non si è spezzato. Dunque, a far inabissare la barca potrebbe essere stato un muro d’acqua che ha sollevato l’imbarcazione da poppa e l’ha spinta sott’acqua. Oppure, il problema potrebbe essere stato l’ancoraggio in rada con l’allarme meteo.

Tuttavia, questa non è l’unica ipotesi sviluppata in queste ore. Il Financial Times solleva dubbi sulla posizione della “deriva mobile”, una specie di “pinna” posizionata sotto lo scafo che serve a diminuire o aumentare la stabilità della barca a seconda delle necessità. A tal proposito, scatterebbe l’errore umano.

Per Vincenzo Cino Ricci, leggenda italiana della vela, che ha rilasciato una intervista a La Nazione, si tratta, invece, di una drammatica sfortuna più che di un errore umano.

Le operazioni di recupero dei corpi

Sono sei le persone che mancano all’appello: Jonathan Bloomer, il presidente della Morgan Stanley International, sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, l’imprenditore britannico Mike Lynch e la figlia Hanna, il legale di Lynch, Chris Morvillo e la moglie Nada.

Le operazioni di recupero sono rese difficili dalla profondità del relitto che si trova a 50 metri sotto il livello del mare.

Le indagini della Procura

La procura di Termini Imerese e la guardia costiera continuano a sentire i sopravvissuti al naufragio: dopo aver ascoltato ieri il racconto dei cinque illesi, questa mattina è stata la volta dei feriti più lievi, sentiti nella struttura alberghiera di Santa Flavia.