(Adnkronos) – Gli ostaggi Agam Berger, Arbel Yehoud e Gadi Moses sono liberi. La prima a essere rilasciata da Hamas oggi 30 gennaio 2025 è stata la militare 20enne, Agam Berger: consegnata alla Croce rossa a Jabalia, è stata poi affidata ai militari israeliani nell'area del corridoio di Netzarim. La giovane è stata quindi portata nella struttura militare nei pressi della comunità di Re'im al confine con Gaza per un primo checkup.
Violinista, Agam Berger aveva iniziato il servizio militare il 5 ottobre del 2023, due giorni prima dell'assalto di Hamas, nella base vicino al confine con Gaza dove il gruppo ha ucciso 52 militari. .
Anche la 29enne Arbel Yehoud e l'80enne Gadi Moses sono stati consegnati alla Croce rossa, davanti alle rovine della casa del defunto leader di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar, a Khan Younis. La 29enne israelo-tedesca è stata costretta a scendere dall'auto della Jihad islamica palestinese: avanzando a fatica circondata da una folla di miliziani armati e civili, ha raggiunto l'auto della Croce rossa internazionale.
Alla Croce rossa a Khan Younis sono stati consegnati anche 5 ostaggi thailandesi . Si tratterbbe di Thenna Pongsak, Sathian Suwannakham, Sriaoun Watchara, Seathao Bannawat e Rumnao Surasak.
In precedenza la Jihad islamica palestinese aveva diffuso un video di propaganda in cui Moses abbracciava la 29enne israelo-tedesca, che doveva essere rilasciata nel primo scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi, ma all'ultimo minuto era stata sostituita con la israelo-britannica Emily Damari. Moses, Yehoud e i cinque cittadini thailandesi, dopo essere stati consegnati alla Croce Rossa, sono stati affidati alle forze israeliane (Idf). "I sette – si legge in un post su X – vengono accompagnati dalle Idf e dagli agenti dell'intelligence per rientrare in territorio israeliano, dove verranno sottoposti ai primi controlli medici alle Forze di difesa israeliane (Idf).
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha denunciato di aver assistito "con grande severità" a "scene scioccanti" durante la liberazione avvenuta oggi degli ostaggi da Gaza, riferendosi alle scene di caos che hanno riguardato in particolare Yehoud. "Questa è un'ulteriore prova dell'incommensurabile crudeltà dell'organizzazione terroristica Hamas", ha affermato il primo ministro, che si è quindi rivolto ai mediatori, chiedendo di garantire che "scene così insopportabili non si ripetano" e "la sicurezza dei nostri ostaggi". "Chiunque osi fare del male ai nostri ostaggi, se ne assumerà la responsabilità", ha aggiunto Netanyahu su X.
Dopo quanto accaduto, Israele ha deciso di fermare le operazioni di rilascio dei prigionieri palestinesi, previsto nel quadro dell'accordo sul cessate il fuoco, in segno di protesta. Rilascio che avverrà alle 17 ora locale (le 16 in Italia): lo ha riferito al-Jazeera, precisando che la decisione è stata presa dopo l'intervento dei mediatori.
Tra i 110 palestinesi che Israele scarcererà ci sono anche trenta che sono stati condannati per omicidio. Di questi 30, 21 saranno trasferiti in Egitto, nove potranno tornare nella Striscia di Gaza e 14 rientreranno a Gerusalemme Est.
Tra i prigionieri che rilasciati, 32 stanno scontando l'ergastolo e 48 sono stati condannati a lunghe pene detentive. Spicca il nome di Zakaria Zubeidi, un leader delle Brigate Al-Aqsa di Fatah a Jenin. Era uno degli evasi dalla prigione di Gilboa nel 2021 ed è stato coinvolto in diversi attacchi, tra cui l'attentato del 2002 alla sede del Likud a Beit Shean in cui sono morte sei persone.
Saranno 11 gli ostaggi che Hamas rilascerà tra oggi e sabato nel quadro dell'accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ha confermato l'ufficio di Netanyahu. Altri tre uomini, tutti in vita, saranno liberati sabato.
Oggi non verrebbe liberato l'israelo-statunitense Keith Siegel, da giorni indicato da diversi media come il terzo ostaggio che sarebbe stato rilasciato.
L'accordo è stato di nuovo messo in discussione ieri da uno scambio di accuse tra Israele e Hamas. La fazione palestinese aveva accusato lo Stato ebraico di ritardare l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, avvertendo che ciò avrebbe potuto mettere a repentaglio il rilascio degli ostaggi. Le autorità israeliane hanno negato le accuse, definendole "fake news".
L'accordo per il cessate il fuoco, entrato in vigore il 19 gennaio, prevede il rilascio di 33 ostaggi – 25 dei quali sono ancora in vita – in cambio di circa 1.900 palestinesi detenuti da Israele durante una fase iniziale di sei settimane. Sono già state rilasciate sette donne israeliane, tra cui tre soldatesse, e centinaia di detenuti palestinesi.
Israele ha inoltre chiesto a Hamas, attraverso i mediatori, di avere informazioni definitive sulle sorti della famiglia Bibas, ha riferito una fonte israeliana. Shiri Bibas venne rapita il 7 ottobre dal kibbutz Nir Oz insieme al marito Yarden e ai figli Ariel di cinque anni e Kfir di due, i più giovani presi in ostaggio dalla fazione palestinese. Hamas aveva fatto sapere che la famiglia Bibas era stata uccisa in un raid aereo israeliano, ma non ha mai fornito prove nonostante l'insistenza di Tel Aviv.
L'inviato di Trump Steve Witkoff ha detto ai giornalisti a Tel Aviv che un ostaggio americano dovrebbe essere rilasciato "domani". Rispondendo a una domanda sugli sforzi per garantire la restituzione degli ostaggi americani, Witkoff ha affermato: "Siamo al corrente di tutto: ne uscirà uno domani". Secondo gli accordi, i prossimi ostaggi dovrebbero essere liberati sabato.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso il miliziano di Hamas che il 7 ottobre del 2023 ha rapito la soldatessa Naama Levy dalla base militare di Nahal Oz. Lo scrive il Jerusalem Post spiegando che l'uomo è stato ucciso in un attacco delle Idf quattro mesi fa.
Naama Levy, 21 anni, era apparsa nei filmati girati il 7 ottobre ferita, con i pantaloni insanguinati e le mani legate dietro la schiena, trascinata su una jeep e poi portata nella Striscia di Gaza. ''Ho degli amici in Palestina'', aveva detto ai suoi rapitori, come testimoniato nel video.