Quando si parla di spazio la mente corre subito alla fantascienza.
Tuttavia, la fantasia di quelle missioni cinematografiche ha sempre spinto la scienza ad evolversi, a crescere e a sviluppare nuovi progetti, da trasformare in soluzioni di vita.
Una delle ultime e più sorprendenti tra questi innovazioni è l’orticoltura spaziale, con un progetto promosso da due Università Italiane.
Orticoltura nello spazio: coltivazione innovativa promossa dai ricercatori italiani
Green Cube è il progetto di coltivazione spaziale che nasce dall’intesa e dalla collaborazione tra l’Università Federico II di Napoli, la Sapienza di Roma, l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Si tratta di un orto dalle dimensioni di pochi centimetri, portato in orbita attraverso un satellite.
Nello specifico, l’orto consente la coltivazione di alcune verdure di piccole dimensioni, in un ambiente privo di terreno e ossigeno e totalmente monitorato da sensori, con temperatura, illuminazione e umidità regolate.
Lo scopo dello studio è di verificare la crescita delle verdure in condizioni estremamente complesse, come quelle offerte dallo spazio.
Orticoltura spaziale: quali soluzioni per il futuro
L’esperimento apre a due soluzioni diverse nel campo dell’alimentazione:
- la prima è quella relativa alla dieta spaziale, per la quale sono notevoli i benefici derivanti dalla presenza di vegetali a bordo;
- la seconda fa riferimento alla coltivazione di piante ed ortaggi in condizioni e ambienti estremi.
Non solo, questo tipo di soluzioni innovative possono rappresentare anche un valido strumento nel caso di cambiamenti climatici, che rendono sempre più complesse le condizioni di coltivazione.