Roma, 3 gen. – (Adnkronos) – Negli ultimi 2 anni l'oro ha 'sfidato' le regole dell'economia: infatti nonostante il rialzo dei tassi di interesse reali negli Usa e il rafforzamento del dollaro il metallo prezioso resta intorno ai 2000 dollari all'oncia, ovvero indicativamente sui massimi storici: e questo potrebbe diventare nel 2024 un livello 'normale' e non un tetto. Lo sottolinea l'analista James Luke di Schroders in un report in cui osserva come in una situazione 'normale' l'oro – in questo scenario – sarebbe dovuto scendere a un livello compreso tra i 1300 e i 1500 dollari all'oncia
Per Luke il 2008 è stato un punto di svolta per l'oro che prima veniva scambiato più in base alle sue caratteristiche di commodity, che in riferimento ai tassi di interesse reali. La crisi finanziaria globale e il varo di quantitative easing da parte delle banche centrali hanno "sollevato preoccupazioni sulla svalutazione monetaria e fragilità sistemica di lungo periodo, e cio' ha determinato una solida offerta sottostante relativamente all'oro per via delle sue caratteristiche monetarie".
Per l'analista in tempi recenti "il punto di svolta è il primo trimestre del 2022, che coincide perfettamente con l'invasione russa dell'Ucraina. Il più grande delta sul fronte della domanda d'oro è stata decisamente la domanda delle banche centrali, direttamente correlata all'invasione dell'Ucraina e alla risposta occidentale a tutto questo. La domanda di oro da parte delle banche centrali, al netto, era stata positiva dal 2008, ma, nel 2022 e 2023, è quasi raddoppiata rispetto alla media post 2008". Ma la domanda di lingotti e monete d'oro è stata decisamente consistente anche in Cina e in Medio Oriente, raggiungendo livelli record. Guardando al 2024, Luke anticipa un possibile ritorno dell'interesse per l'oro negli Stati Uniti e in Europa. Ma se le banche centrali confermassero il trend di acquisti affiancato a un ritorno della domanda "potremmo assistere a tendenze sorprendentemente forti per i prezzi dell'oro, che potrebbero sconvolgere gli investitori". "A nostro giudizio – conclude – è quindi del tutto prudente prevedere che, per il 2024, il livello di 2.000 dollari all'oncia diventerà un fattore di supporto più che un elemento di resistenza, come è stato negli ultimi tre anni".