Operazione a Caivano, arrestati 50 individui: il capo Gallo rinchiuso in casa, spaventato dal Covid. «Devono temere i criminali, non le forze dell'ordine»

I carabinieri di Caivano, provincia di Napoli, hanno effettuato 50 arresti nell'ambito di un'operazione contro il traffico di droga gestito dal clan Angelino-Gallo. Durante una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha evidenziato la pressione su un'area precedentemente dominata da questo clan camorristico, noto per le sue infiltrazioni nelle istituzioni pubbliche. Il boss del clan, Massimo Gallo, è stato intercettato affermando: «Devono temere i killer, non le forze dell'ordine». Inoltre, le indagini hanno rivelato che il clan gestiva un punto di spaccio che generava circa 500.000 euro al mese. Il procuratore Gratteri ha anche illustrato come la camorra abbia sfruttato la situazione del Covid-19 per assicurarsi sostegno elettorale. Tuttavia, grazie alle indagini condotte nel 2023, molte connessioni tra la mafia locale e i funzionari comunali sono state scoperte, portando allo scioglimento dell'amministrazione comunale di Caivano. Gratteri ha sottolineato l'importanza di rompere le collaborazioni con le mafie per diminuirne il potere.

La scorsa notte, i carabinieri di Caivano, situata nella provincia di Napoli, hanno eseguito 50 arresti come parte di un’estesa operazione contro un gruppo criminale dedito al traffico di droga.

Questa informazione è stata divulgata dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, durante una conferenza stampa tenutasi in Procura. Gli agenti hanno effettuato 49 arresti in carcere e uno agli arresti domiciliari. Gratteri ha messo in evidenza la crescente pressione esercitata negli ultimi anni in una zona in cui la camorra, rappresentata dal clan Angelino-Gallo, aveva infiltrato anche le istituzioni pubbliche, beneficiando della gestione degli appalti grazie alla complicità di alcuni funzionari, come evidenziato in diverse inchieste, in particolare quelle condotte nel mese di ottobre 2023.

Alla conferenza erano presenti anche il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, il generale Enrico Scandone, il maggiore Andrea Coratza, comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, e il tenente colonnello Paolo Leoncini, alla guida del gruppo di Castello di Cisterna. Il boss Massimo Gallo, alto esponente del clan Angelino-Gallo, intercettato dai carabinieri, ha affermato: «Devono temere i killer, non le forze dell’ordine». Questa frase è emersa durante un colloquio in cui un membro del clan discuteva di un raid incendiario contro un residente del Parco Verde di Caivano, considerato un informatore delle autorità.

Secondo quanto sottolineato dal comandante Paolo Leoncini, dirigente dei carabinieri di Castello di Cisterna, il punto di spaccio del Parco Verde di Caivano ha perso il titolo di «piazza di spaccio più grande d’Europa», sebbene le indagini abbiano rivelato un traffico di droga che generava circa 500.000 euro mensili, distribuendosi in circa 25 punti di vendita nella zona. La sostanza stupefacente proveniva dalla Calabria grazie ai legami con le ‘ndrine di Gioia Tauro e del Settentrione.

Durante una conferenza stampa, è stato evidenziato come le indagini svolte dal 2019 abbiano messo in luce le connessioni tra il clan Angelino-Gallo e l’amministrazione comunale, portando infine allo scioglimento di quest’ultima a causa di infiltrazioni camorristiche.

Il boss Massimo Gallo, temendo il contagio da Covid-19, impediva ai suoi uomini di recarsi a casa sua, anche indossando mascherine, per consegnare i profitti derivanti dalle vendite. Durante il lockdown, le ricerche hanno dimostrato che la camorra aveva attivato un servizio di distribuzione alimentare rivolto alle famiglie in difficoltà, che fino ad allora avevano vissuto di espedienti.

Queste manovre erano mirate a catturare voti, come spiegato dal procuratore Gratteri. Infatti, mentre esperti sanitari discutevano in televisione, la camorra si preparava ad approfittare della situazione, per assicurarsi il sostegno elettorale da parte di queste persone. Gratteri ha sottolineato che, durante il periodo elettorale, è probabile che queste famiglie avrebbero scelto il candidato indicato dalla camorra.

Le indagini condotte il 10 e 31 ottobre 2023 hanno portato a numerosi arresti, rivelando una vera e propria connessione tra alcuni funzionari del comune di Caivano e la mafia locale, mirata a favorire determinate aziende in cambio di tangenti.

Queste infiltrazioni sono state documentate e sono alla base della decisione di sciogliere l’amministrazione comunale. Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, ha affermato che le mafie prosperano grazie alla complicità di chi collabora con esse. Ha sottolineato che se i cittadini e le istituzioni decidessero di interrompere questa interazione, inizierebbe un percorso che potrebbe portare alla diminuzione del potere mafioso. Durante una conferenza stampa riguardo a un’operazione antidroga dei carabinieri a Caivano, Gratteri ha avvertito che se questa dinamica non dovesse cambiare, le mafie continueranno a rimanere un problema irrisolvibile, enfatizzando l’importanza delle scelte operate.