L’ONU ha reso pubblici i risultati di un’indagine sulle violenze sessuali compiute dai militanti di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. Il rapporto conferma che ci sono state diverse violenze durante l’attacco.
ONU, rapporto sulle violenze sessuali compiute da Hamas il 7 ottobre
L’ONU ha reso pubblici i risultati di un’indagine che riguarda le violenze sessuali compiute dai militanti di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre, confermando che ci sono “chiare e convincenti informazioni” su casi di violenza in almeno tre località diverse. Secondo il rapporto anche gli ostaggi rapiti e trasferiti a Gaza durante un periodo di prigionia sono stati vittime di stupri, torture a sfondo sessuali e trattamenti inumani. Questa indagine nasce da un lavoro della durata di un mese e mezzo condotto tra Israele e la Cisgiordania da un gruppo guidato da Premila Patten, rappresentante speciale del segretario generale dell’ONU per la violenza sessuale in guerra.
Queste violenze erano state raccontate fin dai primi giorni dopo l’attacco, per poi essere approfondite dai media internazionali con diverse inchieste. Il rapporto dell’ONU conferma le informazioni iniziali, raccogliendo numerose testimonianze che riguardano le violenze sessuali su persone palestinesi da parte di forze di sicurezza israeliana e coloni in Cisgiordania.
ONU, rapporto sulle violenze sessuali compiute da Hamas: i dettagli
I casi di stupro durante gli attacchi del 7 ottobre sono avvenuti nell’area del festival musicale Supernova, lungo la strada statale 232, che conduce al confine con Gaza ad alcuni dei kibbutz e al kibbutz Re’im. Nel rapporto è stato evidenziato che nella maggior parte dei casi le donne vittime di violenza sessuali venivano poi uccise e in almeno due casi la “violenza è stata perpetrata sui cadaveri“. Non è stato possibile verificare i racconti di violenze avvenute nei kibbutz Kfar Aza e Be’eri, ma secondo l’ONU sono state trovate donne “svestite, legate e uccise“, facendo pensare che possono essere state vittime di violenza sessuale e altre torture.
In diverse occasioni non è stato possibile raccogliere prove legali di stupri e violenze, perché i primi soccorritori si sono occupati di salvare i superstiti e recuperare i corpi e non di raccogliere prove. Il gruppo di esperti che ha lavorato a questa analisi ha ascoltato alcuni ostaggi liberati che hanno fornito “convincenti informazioni” sul ricorso alla violenza sessuale nei confronti degli ostaggi detenuti a Gaza, soprattutto donne e bambini. Secondo l’ONU questi abusi potrebbero essere ancora in corso.