Omicidio Verzeni, è davvero finita?

Omicidio Sharon Verzeni: i dubbi e le domande dopo la confessione dell'assassino.

Riprendo un precedente articolo dove pensavo, a questo punto erroneamente, a una soluzione diversa.

Pare che con l’arresto delle ultime ore tutto si sia concluso. Le definizioni date da tutti i media sono tratte dalla confessione del presunto assassino “L’ho vista e l’ho uccisa” e da una chiosa generale che recita “Era al posto sbagliato nel momento sbagliato”.

Ora, se davvero fosse così, come dicevo, nessuno è al sicuro perché tutti, in qualsiasi momento, possiamo stare “al posto sbagliato nel momento sbagliato”. E allora corriamo a comprare sistemi di sicurezza e chiudiamoci in casa al tramonto, volendo mettiamo anche corone d’aglio.

Se una persona può tranquillamente uccidere perché ne ha voglia, c’è qualcosa di sbagliato nella società in cui viviamo.

Però, ho alcune domande che mi frullano in testa, al di là che sono convinto che per uccidere una persona serve una motivazione, non ultima anche solo il piacere di farlo, non credo al raptus e non credo alla casualità. Purtroppo il tutto mi lascia ancora tantissimi dubbi aperti:

IL POSTO – Pare che il presunto assassino frequentasse abitualmente quel posto, e mi viene da pensare che se è arrivato a uccidere, la violenza non alberghi lontano dal suo cuore e che quindi, tornando anche ad altre testimonianze, la sera quel posto è luogo di risse e altro.

Quindi un posto NON sicuro, un posto dove NON andare di sera se non vuoi avere qualche guaio, un posto dove, immagino, le forze dell’ordine intervengano, un posto CHE deve avere delle telecamere di sorveglianza. Se quello che sto dicendo non corrisponde a realtà allora decade l’idea di essere “nel posto sbagliato”.

L’ARMA DEL DELITTO – Pare che il presunto assassino fosse uscito con 4 coltelli (desumo l’abbia detto lui agli inquirenti) perché aveva voglia di uccidere, e in seguito abbia fatto ritrovare l’arma del delitto, e anche qui: è effettivamente l’arma del delitto? È stato confermato dalla scientifica? I colpi inferti possono essere riconducibili all’arrestato?

L’ARRESTATO – Individuato correre in bicicletta dalle telecamere (non quelle sul luogo che abbiamo detto inesistenti) e riconosciuto da altre due persone è stato fermato e risulta un cittadino italiano con origini nordafricane, anche qui non si capisce bene, è un immigrato che ha avuto la cittadinanza e una persona nata in Italia quindi chissene se ha origini nordafricane per me è italiano punto.

Disoccupato ma assiduo frequentatore della piazza che è a qualche chilometro di distanza dalla sua residenza dove vive solo: ma come si sostiene? Che tipo di attività fa per sostenersi? Pare che abbia
precedenti per aggressione e un leggero problema psichico, sembra, ma allora perché nessuno ha parlato? Qualcuno gli avrà diagnosticato la patologia? Per accertare i pregressi episodi di violenza saranno intervenute le forze dell’ordine?

Vorrei sapere sui social cosa ne pensate ma nella mia mente ci sono un sacco di domande che rimangono aperte, prime fra tutte le camminate serali in solitaria che rimangono un mistero a cui è stata data una soluzione troppo affrettata e la motivazione, non esiste un delitto senza motivazione e se è stato un impeto di rabbia necessariamente nella vita dell’arrestato ci saranno stati segnali della sua pericolosità.