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Omicidio Vanessa Ballan, Fandaj rinuncia alla scarcerazione: è pronto a parlare

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Bujar Fandaj, in carcere per l'omicidio di Vanessa Ballan, ha cambiato la propria linea di difesa decidendo di parlare con gli investigatori

Vanessa Ballan, commessa di 26 anni, è stata uccisa a Riese il 19 dicembre scorso. Per l’omicidio è stato fermato Bujar Fandaj, 41enne originario del Kosovo.

Omicidio Vanessa Ballan, Fandaj rinuncia alla scarcerazione

Le indagini dei carabinieri hanno fatto emergere nuovi dettagli sull’omicidio della giovane donna, accoltellata mentre si trovava incinta di due mesi e mezzo. Secondo il referto dell’autopsia, in totale sul corpo sono state contate 8 coltellate, due delle quali al cuore e al polmone, che sono risultate fatali. Fandaj è attualmente detenuto nel carcere di Treviso e dovrà rispondere dell’accusa di omicidio, mentre la Procura sta cercando di raccogliere prove sufficienti per dimostrare l’aggravante della premeditazione.

La rinuncia alla scarcerazione

Era intenzione dei due legali del 41enne impugnare il provvedimento del gip presso il tribunale del Riesame, chiedendo la scarcerazione dell’uomo. La linea di difesa si basava anche sul fatto che la chiamata effettuata dal kosovaro al 112 non fosse da ritenersi una confessione. In pochi giorni, tuttavia, gli avvocati Chiara Mazzocato e Daria Bissoli, hanno effettuato un cambio di rotta. Il loro assistito non lascerà il carcere, bensì si è detto pronto a raccontare la propria versione dei fatti. La data del nuovo interrogatorio sarà il 30 gennaio.

Le analisi sui telefonini

Sebbene le dichiarazioni di Fandaj, che si era sempre appellato alla facoltà di non rispondere, potrebbero aiutare a far luce sull’accaduto, le indagini degli inquirenti non si fermano. A breve si avranno i risultati degli accertamenti sul contenuto dei cellulari sequestrati all’uomo quando è stato arrestato. Saranno al vaglio degli investigatori le conversazioni su whatsapp ed altre informazioni relative al rapporto tra lui e la vittima. Saranno analizzate anche le ricerche online effettuate nei giorni prima dell’omicidio.