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Omicidio Ramelli: pm, pericolo ricostituzione del partito fascista, ricorso contro 23 assolti

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Milano, 29 apr. (Adnkronos) - La Procura di Milano ricorre in appello contro 23 manifestanti che il 29 aprile 2019 hanno dato vita, in ricordo di Sergio Ramelli, a un corteo non autorizzato e che sono stati assolti lo scorso 24 novembre dal Tribunale "perché il fatto non sussiste". ...

Milano, 29 apr. (Adnkronos) – La Procura di Milano ricorre in appello contro 23 manifestanti che il 29 aprile 2019 hanno dato vita, in ricordo di Sergio Ramelli, a un corteo non autorizzato e che sono stati assolti lo scorso 24 novembre dal Tribunale "perché il fatto non sussiste". Identificati tra circa 1200 partecipanti e imputati per manifestazione fascista, sulla base della legge Scelba, per aver risposto alla chiamata del "presente" e aver fatto il saluto romano, sono stati assolti perché il giudice non ha riconosciuto il pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista.

Per il pm Enrico Pavone, invece, nel ricorso di sette pagine questa conclusione "non è condivisibile". Nell'appello si sottolinea come nella commemorazione (che si ripeterà stasera) i manifestanti si siano ritrovati – dopo alcuni momenti di tensione con le forze dell'ordine – di fronte al murales di via Paladini dove hanno richiamato "la gestualità fascista": dopo essersi messi sull'attenti i manifestanti hanno risposto per tre volte "presente" con il braccio destro alzato al grido "camerata Sergio Ramelli". Gestualità e parole da cui "si desume il chiaro intento di voler esternare la propria adesione ad un determinato sistema di valori, trascendendo la sola volontà commemorativa. Come chiarito dalla Suprema Corte, la circostanza per cui manifestazioni di questo tipo vengano organizzate in occasione di commemorazioni, è di per sé un elemento neutro, potendo queste ultime consistere in un mero pretesto per radunarsi e rievocare rituali e gesti immediatamente riconducibili ad un partito la cui ricostituzione è contraria all'assetto costituzionale".

Una condotta che assume "preoccupante rilevanza alla luce del cospicuo numero di aderenti, stimato in circa 1200 persone. Tale numero è sensibilmente aumentato nel tempo": i 600 manifestanti del 2014 sono sostanzialmente raddoppiati nell'arco di pochi anni. "A fronte di un tale dato, appare di assoluta evidenza come la reiterata organizzazione di questo evento – preceduta altresì da una massiccia propaganda diffusa attraverso numerosi canali, quali anche i social network – abbia sortito l'effetto di accrescere la condivisione di tale ideologia, concretizzando il pericolo che la norma incriminatrice contestata agli imputati intende prevenire". La disposizione secondo il pm – che cita la recente sentenza della Cassazione – sanziona le "condotte prodromiche alla ricostituzione del partito fascista" e di "'inoculazione', anche subdola, della ideologia fascista, sia pure solo attraverso manifestazioni, gestuali o simboliche". Non c'è bisogno di "riunioni, discussioni, elaborazioni di programmi" perché si integri il reato di manifestazione fascista, come indicato dai giudici di primo grado, perché in quel caso ci si troverebbe davanti direttamente alla "effettiva ricostituzione del partito fascista".