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Dopo l’omicidio dell’uomo, avvenuto a Nizza Monferrato, il tribunale ha deciso che la figlia accusata della morte non andrà in carcere, ma agli arresti domiciliari.
L’omicidio a Nizza Monferrato e la decisione del Gip per gli arresti domiciliari
All’esito dell’udienza di convalida di questa mattina al Tribunale di Alessandria, il Gip non ha convalidato il provvedimento di fermo disposto dal pubblico ministero per “ritenuta insussistenza del pericolo di fuga“.
La decisione del Gip è stata: misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nella comunità dove Makka, la figlia dell’uomo indagata per omicidio volontario, si trova attualmente.
L’avvocato Sfolcini ha chiesto che la ragazza continui a vivere nella comunità protetta, in luogo segreto con l’aiuto di professionisti per superare il tragico momento.
Gli arresti domiciliari e le dichiarazioni della ragazza per la morte dell’uomo a Nizza Monferrato
«Dopo essere rincasato, intorno alle 18, ha picchiato mia madre e poi si è scagliato su di me quando ho cercato di difenderla. Io volevo dividerli, lui invece se l’è presa con me. Mi ha inseguita fino alla mia stanza e mi ha presa a pugni. Mamma si è rimessa tra noi e io ho preso un coltello per difendermi. L’ho colpito lasciandolo a terra, ma non volevo ucciderlo. Ho chiamato i carabinieri e li ho attesi».
Tante le violenze subite in famiglia a Nizza Monferrato, lo racconta la ragazza agli arresti domiciliari
La ragazza, Makka, che ha confessato l’omicidio del padre agli inquirenti ha raccontato le violenze subite in famiglia dal padre, ex campione di karate ceceno e muratore saltuario, che ultimamente lavorava come lavapiatti.