Omicidio di Giulia Tramontano: quello che non torna. Alessandro Impagnatiello aveva con ogni probabilità pianificato di uccidere la compagna incinta di sette mesi almeno qualche giorno prima di quando, sabato 27 maggio, l’ha uccisa a coltellate.
Ancora contraddizioni
A provarlo (altre) ricerche sul web da parte del trentenne, come quelle sugli effetti del veleno per topi, lo stesso che è stato ritrovato ieri nella sua abitazione di Senago. Dagli accertamenti durante la perquisizione, sono emerse nuove impronte di scarpa nella casa nonché altre contraddizioni sulla dinamica dell’omicidio e dell’occultamento del corpo ricostruite dall’uomo durante la confessione. Che l’assassino abbia avuto la complicità di sua madre? O che la stessa sia stata semplicemente manipolata così da non essere d’intralcio?
In attesa degli esami in laboratorio
Moltissime le tracce ematiche e biologiche rinvenute nella casa di Senago: in cucina, in soggiorno e anche nelle altre stanze, fino alle scale che conducono al garage collegato alla cantina. Tutti ciò è stato prelevato ed è in attesa di essere esaminato in laboratorio: gli esiti, incrociati con quelli dell’autopsia sul corpo di Giulia, potrebbe fornire una ricostruzione della dinamica diversa da quella offerta da Impagnatiello. Ennesimo buco nella storia: le tempistiche. Mancano dei pezzi, gli orari non tornano. Non è escluso che Giulia sia stata buttata tra le sterpaglie uno o due giorni prima del 31 maggio.