Si apre oggi il processo per Alessandro Impagnatiello, l’uomo deve rispondere di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere per aver ucciso, con 37 coltellate, Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese.
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Omicidio Giulia: la famiglia chiede l’ergastolo
I familiari di Giulia, presenti in aula, sperano che la “condotta sia sanzionata come merita” e che l’uomo venga condannato all’ergastolo. L’avvocato Giovanni Cacciapuoti, il legale di parte civile, ha già nominato due psichiatri, Salvatore De Feo e Diana Galletta, che potranno svolgere il loro lavoro di consulenti nel caso in cui, su richiesta della difesa, la Corte disponga una perizia psichiatrica per accertare un vizio di mente: incapacità di intendere e di volere, totale o parziale, potrebbe evitare l’ergastolo per il 30enne.
I legali di Impagnatiello, Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, hanno presentato la lista testimoni con soli due nomi: quello dello psichiatra Raniero Rossetti e della psicologa Silvana Branciforti. Scelte che fanno pensare appunto ad una richiesta di accertamento psichiatrico.
La scelta del Comune di Senago
“Il Comune di Senago ha chiesto di essere parte civile nel processo” è quanto dichiarato dall’ex pm Antonio Ingroia che rappresenta lo stesso Comune: “È una scelta importante e coraggiosa quella del Comune.
I cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta. È evidente la premeditazione lucida e spietata, è un esempio di brutalità. Come per le condotte mafiose, c’è stata da parte sua la precostituzione di impunità. Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c’è stata lucidità nell’intento criminale” ha concluso Ingroia.
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