Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello in aula: "Si è voltata e l'ho colpita al collo"

Nuova udienza per l'omicidio di Giulia Tramontano: Impagnatiello racconta il momento della morte rispondendo a tutte le domande

A un anno dal femminicidio di Giulia Tramontano, si torna in aula per continuare il processo di condanna su Alessandro Impagnatiello: l’ex fidanzato confessa di aver ucciso e di aver occultato il cadavere ripercorrendo gli ultimi momenti.

Il delitto di Giulia Tramontano

La ragazza fu uccisa con 37 coltellate, un anno fa, il 27 maggio 2023. Impagnatiello, oggi, davanti ai giudici, ha raccontato nel dettaglio le modalità con cui ha ucciso Giulia e ha cercato di occultarne il cadavere, e difronte ai giudici ha affermato:

«Questo processo mi sta aiutando a mettere insieme dei tasselli che erano molto confusi nella mia testa. Voglio esprimere la reale verità. Oggi sono più lucido e consapevole, la persona che ero in quel periodo non è quella di oggi».

Il rapporto tra Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

Impagnatiello racconta che la notizia della gravidanza fu per lui un’altalena confusionale: da una parte la gioia per il nuovo arrivo nella loro vita, dall’altra motivazioni personali e di coppia che creavano insicurezza e instabilità:

«Io a Giulia non ho mai fatto credere di essere pazza. Avevo costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato».

Impagnatiello, oltre a confessare l’omicidio ha risposto per la prima volta alle domande della procuratrice Letizia Mannella e della pm Alessia Menegazzo. Racconta così tutti i dettagli dell’omicidio, avvenuto tra le 19.30 e le 20:

«Giulia mi ignora. Io mi muovo, vado verso la cucina, vedo che c’era questo coltello con cui stava tagliando delle verdure, mentre era china in soggiorno per prendere un cerotto da un cassetto in basso di un mobile in quanto si era tagliata e mi metto immobile alle spalle in attesa che si rialzi per tornare in cucina, si è voltata verso di me e l’ho colpita all’altezza del collo, ma non so con quanti colpi».

L’occultamento del cadavere

Impagnatiello ha, inoltre, ricostruito i tentativi di spostare il cadavere di Giulia, dichiarando:

«Senza alcuna logica. Un susseguirsi di cantina, box e box e cantina».

Dopo l’omicidio, racconta di aver vissuto, da un lato, momenti in cui c’era una parte di lui che voleva chiedere aiuto, cercando di essere visto da qualcuno mentre spostava il corpo per quattro rampe di scale in una palazzina dove vivono famiglie:

«Era come se cercassi di fare in modo che qualcuno mi vedesse, mi scoprisse, mi fermasse, chiamasse la polizia e interrompesse tutto»

Dall’altro ha tentato di nascondere tutto invano:

«Avvolto completamente da uno strato di insensata follia, di illogica, di pazzia totale, tentai di far sparire letteralmente il corpo di Giulia. Tentai di dare fuoco al corpo utilizzando prodotti infiammabili per fare le pulizie».