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Diciotto anni dopo il brutale omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007, per il quale è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi, il caso non sembra non essere ancora stato chiuso. Pare infatti che stiano emergendo nuove piste che potrebbero aver a che fare con la vicenda.
Omicidio Chiara Poggi: nuove piste
I pm stanno infatti vagliando la posizione di Andrea Sempio, ora di nuovo presa in considerazione. Sempio ha dichiarato in merito: “La Procura vada pure a controllare – afferma a Sky TG24 – non c’è nessun contatto tra me e Chiara, di nessun tipo. Non mi stupirei se trovassero mie tracce, frequentavo quella casa. Io penso che possa trattarsi di un Dna da contatto con oggetti e non diretto. Io penso a un cuscino, piuttosto che a una sedia, roba che era messa a disposizione per gli ospiti. Trovare lì il mio Dna non mi stupirebbe”. Tuttavia, i pm avrebbero individuato anche una pista secondaria e inquietante.
Il supertestimone dall’identità segreta
Si starebbe infatti indagando sulla vicenda che parla di alcuni suicidi avvenuti nella cittadina lombarda dal 2007, anno in cui è morta Chiara, fino a oggi. A far insospettire sulla questione anche il super testimone scovato dalle Iene, sulla cui identità vige il massimo riserbo. Tale testimone la mattina del delitto avrebbe visto qualcosa di molto importante per le indagini ma che, quando un mese dopo avrebbe tentato di raccontarlo, sarebbe stato messo a tacere.
La pista degli otto suicidi
Della nuova pista ne ha parlato il settimanale Gente, secondo cui gli inquirenti starebbero cercando di gettare luce su otto suicidi, di persone giovani e meno giovani, alcuni dei quali appartenenti alla cerchia di amici di Andrea Sempio. In particolare, uno di loro, morto impiccato nel 2016, prima di togliersi la vita aveva condiviso su Facebook un verso della canzone “La Verità” dei Club Dogo, risalente proprio al 2007, l’anno in cui Chiara Poggi è stata uccisa, che recita così: “La verità sta nelle cose che nessuno sa, la verità nessuno mai te la racconterà”. A seguito dell’omicidio, la morte ha colpito ancora Garlasco. Tra chi ha perso la vita c’è anche un 88enne, Giovanni Ferri, un meccanico in pensione trovato senza vita il 23 novembre 2010. I carabinieri che si occupavano delle indagini sul delitto Poggi avevano liquidato il caso come suicidio. Eppure, di Giovanni Ferri si vociferava che la mattina dell’omicidio avesse visto o sentito qualcosa di rilevante.