Daniela Chiorri aveva 81 anni. Da tempo stava male. Era allettata, fragile. Il 25 maggio 2023 il suo cuore ha smesso di battere nel reparto dell’ospedale Engles Profili di Fabriano. Un luogo che, tra l’altro, porta il nome del suocero, Engles appunto: partigiano, medico, ucciso nel ’44 dai fascisti. Una famiglia che sembrava avere la cura nel sangue.
E invece, adesso l’accusa è pesante: omicidio volontario.
La moglie muore, marito sotto accusa: spunta l’ombra dell’omicidio?
Secondo la Procura di Ancona, a uccidere Daniela sarebbe stato suo marito, 89 anni. L’uomo con cui aveva condiviso una vita intera. Ex medico anche lui. La colpa? Le avrebbe somministrato del nitrito di sodio, come riporta anconatoday, è una sostanza che si usa in ambito alimentare, come conservante. Tossica. Incolore. Insapore. Invisibile. Una manciata può bastare.
L’ipotesi è che l’abbia mescolato ai farmaci della moglie. Preparati in casa, una dose letale.
Il 20 maggio, appena cinque giorni prima del decesso, Daniela, la moglie era stata portata d’urgenza in ospedale. A chiamare i soccorsi era stata la badante. Anche il marito, il giorno prima, si era sentito male. Ricoverato anche lui, stessi sintomi, un sospetto: avvelenamento.
Moglie muore, ipotesi avvelenamento: si aprono le indagini per omicidio
I carabinieri avevano subito perquisito l’abitazione della coppia. Nessun figlio, solo loro due. Hanno sequestrato tutto: cibo, bevande. Analisi su analisi. Ma niente di velenoso era stato trovato nei campioni. Poi, lei muore e lui, resta in ospedale per due mesi.
Le indagini però non si sono fermate, la Procura è andata avanti. Ha ricostruito i giorni, le medicine, le condizioni di salute e ha chiesto il rinvio a giudizio: l’udienza preliminare è fissata per il 5 giugno.
Cosa sia davvero successo tra quelle mura non è ancora chiaro. Ma una certezza c’è: la moglie muore, qualcuno sospetta che la morte non sia stata un destino. Omicidio? E allora la domanda resta. Era un gesto di compassione? O qualcosa di più oscuro?
La verità, forse, arriverà in tribunale. Forse.