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La ricostruzione dell’omicidio
Il processo per l’omicidio di Mauro Di Giacomo, fisioterapista ucciso a Bari, ha rivelato dettagli agghiaccianti. Durante l’udienza, il professor Francesco Introna, direttore dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, ha fornito una testimonianza chiave. Secondo il medico, Salvatore Vassalli, l’imputato, avrebbe sparato sette colpi di pistola, sei dei quali hanno colpito la vittima. Ma non è tutto: dopo aver colpito Di Giacomo, Vassalli lo avrebbe raggiunto mentre era a terra, infliggendogli ulteriori colpi alla testa e alla mano destra, come se volesse assicurarsi che non potesse difendersi.
Le dinamiche dell’aggressione
Introna ha descritto le ferite mortali inflitte alla vittima, che hanno colpito l’aorta e i polmoni, causando la morte in pochi minuti. La brutalità dell’azione è accentuata dal fatto che Vassalli ha sparato da una distanza ravvicinata, prima da circa 30 centimetri e poi con colpi successivi, mentre Di Giacomo si trovava in una posizione vulnerabile, con le mani occupate da buste della spesa e uno zaino. Questo scenario ha portato il medico legale a concludere che non ci sono segni di colluttazione, suggerendo che la vittima non avesse alcuna possibilità di difendersi.
Le aggravanti dell’omicidio
Vassalli, 59 anni, è accusato di omicidio con aggravanti significative, tra cui crudeltà e premeditazione. La Corte d’Assise di Bari sta esaminando attentamente le prove e le testimonianze, mentre la famiglia della vittima, assistita da avvocati esperti, attende giustizia. Il processo proseguirà con l’audizione di testimoni oculari, che potrebbero fornire ulteriori dettagli su quella tragica serata. La comunità è scossa da questo crimine, e l’attenzione è alta su come si svilupperà il caso nei prossimi mesi.