Il primo risultato dell’autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk ha svelato che l’uomo è stato colpito dietro l’orecchio destro e che è morto per emorragia cerebrale.
- LEGGI ANCHE: Casazza: uomo ucciso a mani nude fuori dal bar
Omicidio di Casazza, Mykola Ivasiuk colpito dietro l’orecchio: morto per emorragia cerebrale
Il primo risultato dell’autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk, vittima dell’omicidio avvenuto a Casazza, è emorragia cerebrale. L’esame ha rilevato una “ferita lacero-contusa retroauricolare destro con ematoma“. Un colpo che ha scatenato una forte emorragia cerebrale che ha portato a un arresto cardiocircolatorio.
Una risposta non completa per la pm Silvia Marchina, in quanto si deve ancora capire cosa abbia causato quell’emorragia, se sia stata la caduta o, più probabilmente, l’azione del marocchino clandestino Mohamed Amine Moussine, di 32 anni.
Ivasiuk è stato colpito a morte con un bicchiere davanti al Rosy Bar. L’arma del delitto è stata descritta come “un bicchiere da birra piccola“, che poi è andato in frantumi. Il colpo sarebbe stato sferrato da Moussine, che poi è scappato sull’auto grigia che gli era stata prestata da un amico.
Da quel momento è sparito. Le piste che avevano i carabinieri di Clusone per individuarlo non hanno avuto esito.
Omicidio a Casazza, chiuso il Rosy Bar: le parole del sindaco
Il Rosy Bar, locale davanti al quale si è consumato l’omicidio, è stato chiuso. Una chiusura che era stata invocata la stessa notte del delitto da Mariya Ivasiuk, sessantenne madre della vittima, che gridava nel parcheggio di chiudere quel luogo. Renato Totis, sindaco di Casazza, aveva auspicato “un intervento della questura“, che è arrivato.
Secondo il primo cittadino l’omicidio è un punto di partenza per nuove azioni di sicurezza. Totis ha rassicurato sul fatto che i delitto “non è correlato a realtà di delinquenza organizzata, quanto a situazioni di disagio personale“.
Il primo cittadino ha parlato di “riqualificazione urbana” per “contenere l’insediamento delle realtà connesse al degrado sociale” e di “monitoraggio delle zone a rischio“.