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Omicidio di Annamaria D'Eliseo: il processo di Aldo Di Nunzio

Immagine del processo di Aldo Di Nunzio per omicidio

Il caso di Annamaria D'Eliseo riaccende il dibattito sulla violenza domestica

Il contesto dell’omicidio

Il processo per l’omicidio di Annamaria D’Eliseo, avvenuto a Lanciano, ha sollevato interrogativi e preoccupazioni riguardo alla violenza domestica. Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, è accusato di aver strangolato la moglie, una collaboratrice scolastica di 60 anni. La scoperta del cadavere nella cantina-garage della loro abitazione ha scosso la comunità locale, portando alla luce un dramma familiare che si è trasformato in un caso giudiziario complesso.

Le testimonianze in aula

Durante l’udienza di oggi, sono stati ascoltati otto testimoni, tra cui vicini di casa e sanitari del 118. Di Nunzio ha ribadito la sua innocenza, sostenendo che la moglie si sia suicidata. Tuttavia, il procuratore capo Mirvana Di Serio ha descritto l’udienza come confusa, con diversi testimoni che non ricordavano dettagli cruciali dell’episodio. La Corte ha dovuto acquisire testimonianze precedenti per chiarire la situazione.

Le prove scientifiche

Un aspetto fondamentale del processo è rappresentato dalle analisi scientifiche condotte dal Ris di Roma. Il genetista Giovanni Sepi ha confermato che su sette frammenti di fili elettrici trovati accanto al corpo, la maggior parte conteneva il DNA della vittima, mentre solo uno presentava tracce del marito. Questi elementi potrebbero rivelarsi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’accertamento della verità.

Il clima familiare e le tensioni

I generi della coppia hanno testimoniato riguardo al clima teso che caratterizzava la vita domestica di Di Nunzio e D’Eliseo. Le tensioni e i litigi erano frequenti, ma nessuno ha mai visto il marito alzare le mani contro la moglie. Tuttavia, un testimone ha raccontato di un episodio in cui Di Nunzio ha aggredito Annamaria, tirandole i capelli e colpendola con un bastone. Questi gesti violenti, documentati tramite video, sono stati presentati in aula come prova della dinamica familiare.

Le prospettive future del processo

Il difensore di Di Nunzio, Alberto Paone, ha sottolineato l’assenza di prove concrete che possano dimostrare la colpevolezza del suo assistito, definendo il processo come indiziario. Le prossime udienze, in programma per il 13 dicembre, saranno cruciali, poiché saranno ascoltati esperti medico-legali e fonici che potrebbero fornire nuove informazioni. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Elisabetta Merlino, attende con ansia sviluppi significativi che possano chiarire ulteriormente la vicenda.