Omicidio di Agostino: la pena dell'ergastolo per il capobanda Gaetano Scotto è stata confermata.

Confermata la pena dell'ergastolo per il duplice omicidio di un poliziotto e sua moglie in un attacco mafioso avvenuto nel 1989

È stata ribadita la pena dell’ergastolo per Gaetano Scotto, accusato del duplice assassinio del poliziotto Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, avvenuto durante un attacco mafioso il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini, vicino Palermo.

Anche Nino Madonia, un altro boss coinvolto, era stato già condannato all’ergastolo attraverso il rito abbreviato. Al contrario, Francesco Paolo Rizzuto, amico della vittima e accusato di favoreggiamento, è stato assolto.

Sentenza e processo

La sentenza è stata emessa nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, dove si è svolto il processo con rito ordinario. Al termine della requisitoria, l’accusa aveva richiesto la condanna di Scotto e l’assoluzione di Rizzuto.

In aula erano presenti familiari delle vittime, tra cui Flora, sorella di Nino, e suo figlio Nino Morana.

Conseguenze della sentenza

La corte ha stabilito anche l’interdizione da pubblici uffici per Scotto, oltre a un risarcimento ai familiari delle vittime. Emotivi momenti sono stati vissuti in aula, con l’avvocato Fabio Repici che ha abbracciato don Ciotti e i parenti del poliziotto.

Conferma della pena per Antonino Madonia

Nel 2023, la corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato la pena dell’ergastolo per Antonino Madonia, anche se ha riformato parzialmente il primo verdetto, escludendo la premeditazione nel delitto della donna.

Questo omicidio era rimasto irrisolto per ben 32 anni.

L’inchiesta e il rinvio a giudizio

Dopo un’ampia inchiesta riguardante Madonia, il boss Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto, la Procura di Palermo aveva richiesto l’archiviazione, ritenendo insufficiente il materiale probatorio per procedere. Tuttavia, la Procura generale ha assunto il caso, giungendo a valutazioni diverse e sollecitando il rinvio a giudizio dei tre accusati. Madonia aveva optato per il rito abbreviato.

Il coinvolgimento di Nino Agostino

Agostino, un poliziotto in servizio presso le Volanti, era coinvolto nelle indagini con i Servizi Segreti per la cattura dei principali latitanti mafiosi. Insieme a Emanuele Piazza, che fu anch’egli assassinato, Giovanni Aiello, deceduto per infarto quattro anni fa, Guido Paolilli, un altro agente di polizia, e altri alti funzionari dei Servizi di sicurezza, pare formassero una rete d’intelligence in contatto con membri di Cosa nostra.

La promessa di Vincenzo Agostino

Vincenzo Agostino, padre di Nino, aveva promesso di non radersi la barba dal 5 agosto 1989, data dell’omicidio, fino a quando non fosse stata fatta giustizia per il suo ragazzo. Purtroppo, Vincenzo non ha mai potuto assistere a tale giustizia: è scomparso ad aprile, all’età di 87 anni. Lo scorso anno, dopo la condanna di Madonia, aveva espresso che il giorno in cui avrebbe potuto radersi si stava avvicinando.