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Il processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto nel novembre 2023, è entrato in una fase cruciale con l’imminente interrogatorio di Filippo Turetta, previsto tra oggi e il 28 ottobre. Turetta, reo confesso e detenuto nel carcere di Verona, ha scelto una procedura giudiziaria semplificata, accettando il giudizio senza presentare prove in contraddittorio.
Omicidio Cecchettin: procedura semplificata per Turetta
La scelta di Turetta potrebbe rendere il processo più rapido, con una sentenza attesa per il 3 dicembre. In aula è atteso anche il padre di Giulia, Gino Cecchettin, che ha avanzato una richiesta di risarcimento simbolico di un milione di euro, sottolineando la gravità della perdita subita.
Processo breve e senza testimonianze
La procedura concordata tra accusa e difesa prevede l’acquisizione del fascicolo investigativo senza ulteriori testimonianze, velocizzando il dibattimento che si svolgerà in sole cinque udienze. Per ora, non sono stati accettati come parti civili i rappresentanti di cinque associazioni a difesa delle donne, decisione che mira a evitare ulteriori pressioni esterne sul giudizio e sulla figura dell’imputato. La difesa di Turetta, infatti, spera che la cooperazione e la disponibilità del giovane siano valutate come attenuanti dai giudici.
L’interrogatorio e le speranze della difesa
Nonostante la rinuncia alla difesa tradizionale, Turetta è pronto a rispondere alle domande della corte, ribadendo il suo pentimento. Se confermate le attenuanti, come l’incensuratezza, la pena potrebbe essere ridotta a trent’anni. Tuttavia, le aggravanti, come la premeditazione e l’effetto di un lungo periodo di stalking, potrebbero portare all’ergastolo. Il processo è seguito da vicino dall’opinione pubblica, mentre si intensificano le richieste per una maggiore protezione delle donne contro la violenza domestica e il femminicidio in Italia.