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Omicidio Bramucci: condanne e ombre su un delitto familiare

Immagine del caso di omicidio Bramucci e le sue implicazioni

Sei condanne per l'omicidio di Salvatore Bramucci, ma nessun ergastolo per gli accusati.

Il delitto che ha scosso Soriano nel Cimino

Il brutale omicidio di Salvatore Bramucci, avvenuto a Soriano nel Cimino, ha scosso l’intera comunità. La vittima, freddato con sei colpi di pistola mentre si trovava a bordo della sua auto, ha lasciato un vuoto incolmabile tra i suoi cari e ha sollevato interrogativi inquietanti sulla dinamica familiare. Le indagini, condotte dai carabinieri sotto la direzione del PM Massimiliano Siddi, hanno rivelato un intricato intreccio di relazioni e motivazioni che hanno portato a questo tragico epilogo.

Le indagini e gli arresti

Due mesi dopo il delitto, le forze dell’ordine hanno arrestato i primi sospettati: Tonino Bacci e Lucio La Pietra, presunti membri del gruppo di fuoco. La situazione si è complicata ulteriormente con l’arresto della cognata della vittima, Sabrina Bacchio, accusata di aver orchestrato l’omicidio. Ma non è finita qui: anche la moglie di Bramucci, Elisabetta Bacchio, è stata arrestata con l’accusa di essere la mandante del delitto. Questo ha messo in luce un drammatico conflitto familiare, dove l’amore e la fedeltà sono stati messi alla prova da interessi economici e vendette personali.

Le condanne e il processo

Il processo ha visto una richiesta di ergastolo per i principali accusati, ma la sentenza di primo grado ha riservato sorprese. La corte d’assise del tribunale di Viterbo ha condannato la moglie e la cognata di Bramucci a 24 anni di reclusione, mentre Tonino Bacci, considerato il cervello del gruppo, ha ricevuto una pena di 28 anni. Lucio La Pietra è stato condannato a 27 anni, e il cognato Costantin Dan Pomirleanu a 20 anni per il suo ruolo nella distribuzione dei fondi ai killer. Infine, Alessio Pizzuti, che ha partecipato all’organizzazione ma non ha preso parte all’azione, ha ricevuto una condanna di 18 anni. Queste sentenze, sebbene severe, non hanno portato all’ergastolo, lasciando aperte domande sulla giustizia e sulla verità di un omicidio che ha scosso le fondamenta di una famiglia.