Il contesto dell’omicidio
La tragica vicenda che ha colpito Milano si è consumata in un pomeriggio di sabato, quando Raffaele Mascia, un giovane di 21 anni, ha sparato all’ucraino Ivan Disar, 49 anni, uccidendolo, e ferendo gravemente il suo connazionale Pavel Koresko. L’episodio è avvenuto in una panetteria-pasticceria di piazzale Gambara, un luogo frequentato da molti, dove una banale discussione ha avuto un esito drammatico. Mascia, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla droga, ha reagito a degli sfottò, estraendo una pistola P38 e aprendo il fuoco.
Le indagini e l’arresto
Le indagini sono state rapide e decisive. La polizia, dopo aver ricevuto segnalazioni e testimonianze, ha rintracciato Mascia a Porta Genova, una zona a lui familiare. Non ha opposto resistenza all’arresto e, al momento della cattura, non aveva con sé l’arma del delitto. Gli elementi a suo carico si stavano accumulando: non solo la testimonianza di una donna, ma anche le immagini di una telecamera di sorveglianza che lo riprendevano mentre fuggiva dal luogo della sparatoria. La polizia ha trovato anche una katana nel retro della panetteria, un dettaglio inquietante che fa presagire una personalità incline alla violenza.
Le conseguenze dell’atto violento
Il ferito, Pavel Koresko, è stato sottoposto a un intervento chirurgico per l’estrazione di un proiettile dal petto e, fortunatamente, non è in pericolo di vita. Gli investigatori attendono il suo recupero per raccogliere la sua versione dei fatti, che potrebbe chiarire ulteriormente la dinamica dell’omicidio. La sparatoria ha scosso la comunità locale, portando a interrogativi su come una discussione possa degenerare in un atto così violento. Mascia è ora accusato di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio, e la Procura ha già avviato le procedure per la convalida del fermo.