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Omicidio a Faenza: due imputati per la morte di Domenico Montanari

Due imputati per l'omicidio di Domenico Montanari a Faenza

Il caso Montanari si complica con l'accusa di omicidio aggravato per due persone.

Il mistero della morte di Domenico Montanari

La morte di Domenico Montanari, 64enne macellaio di Faenza, ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi inquietanti. Inizialmente, gli investigatori avevano considerato l’ipotesi del suicidio, trovando il corpo impiccato nella storica macelleria di cui era contitolare. Tuttavia, le indagini hanno preso una piega inaspettata, portando alla decisione del Gup Andrea Galanti di rinviare a giudizio due persone accusate di omicidio aggravato in concorso.

Le accuse e gli imputati

I due imputati, Gian Carlo Valgimigli, ex vigile urbano di 55 anni, e Daniel Mullaliu, 31enne di origine albanese, sono accusati di aver orchestrato l’omicidio di Montanari. La Corte d’Assise di Ravenna si appresta a esaminare il caso a fine settembre. Inizialmente, Valgimigli era stato condannato per usura, avendo prestato denaro a Montanari a tassi d’interesse esorbitanti. La Procura aveva richiesto l’archiviazione del caso, ma il Gip Janos Barlotti ha disposto un’imputazione coatta, ritenendo le prove sufficienti per procedere.

Le rivelazioni inquietanti

Le indagini hanno preso una piega drammatica quando un compagno di cella di Valgimigli, un pregiudicato con legami mafiosi, ha rivelato di aver ricevuto confidenze sull’omicidio. Dettagli come il tipo di cordino usato e il piano di attacco orchestrato da Valgimigli e i suoi complici hanno sollevato ulteriori sospetti. Secondo le testimonianze, Montanari stava per denunciare Valgimigli per usura, un movente che potrebbe aver spinto gli imputati a compiere l’atto estremo.

Le prove e le testimonianze

Le prove raccolte dalla Procura di Ravenna sono state considerate credibili, con dettagli mai emersi prima. La scena del crimine presentava elementi inquietanti: la luce spenta, il telefonino in ricarica e il corpo di Montanari che toccava il pavimento, elementi che contraddicono l’ipotesi del suicidio. Inoltre, amici e familiari hanno testimoniato che Montanari, nonostante i debiti, non avrebbe mai preso una decisione così drastica, avendo anche affidato a Valgimigli la mediazione per vendere la sua casa.

Il caso Montanari continua a tenere alta l’attenzione, con la comunità in attesa di risposte definitive. La prossima udienza in Corte d’Assise potrebbe rivelare ulteriori dettagli su un omicidio che ha scosso Faenza e ha messo in luce le ombre del crimine organizzato.