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Un caso inquietante di omicidi sospetti
La provincia di Vicenza è scossa da un caso di omicidi sospetti che ha portato all’arresto di Paola Pettinà, una donna di 46 anni accusata di aver intossicato con farmaci letali gli anziani di cui si occupava come falsa badante. Le indagini hanno rivelato che la Pettinà potrebbe essere responsabile di almeno quattro omicidi, incluso quello di Imelda Stevan, un’81enne trovata morta in circostanze misteriose.
Le modalità di azione della falsa badante
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri, la Pettinà somministrava dosi massicce di farmaci come Tavor, Xanax e Lorazepam ai suoi pazienti, portandoli a uno stato di semi incoscienza. Questo metodo le consentiva di derubarli, approfittando della loro vulnerabilità. Gli anziani venivano agganciati tramite social media e, una volta sotto l’effetto dei farmaci, derubati di oro e gioielli, che poi venivano rivenduti nei compro-oro della zona.
Le indagini e le conseguenze legali
Le autorità hanno avviato un’indagine approfondita, controllando 25 farmacie per verificare come la Pettinà fosse riuscita a procurarsi i farmaci. È emerso che la donna presentava fotocopie di ricette in bianco, assicurando di avere gli originali a casa. Questo ha sollevato interrogativi sulla responsabilità dei farmacisti che l’hanno rifornita, alcuni dei quali potrebbero ora essere indagati per spaccio di sostanze stupefacenti.
Un caso che solleva interrogativi sulla sicurezza degli anziani
Questo drammatico caso mette in luce la vulnerabilità degli anziani e la necessità di una maggiore vigilanza nei servizi di assistenza. La figura della badante, spesso considerata una risorsa fondamentale per le famiglie, può nascondere insidie pericolose. Le autorità sono ora chiamate a riflettere su come garantire la sicurezza degli anziani e prevenire simili tragedie in futuro.