Roma, 12 mar. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato l’annullamento dell’elezione della deputata M5s Anna Laura Orrico nel collegio uninominale numero 2 della circoscrizione Calabria e la sua proclamazione nel collegio plurinominale unico. Conseguentemente è stato proclamato l’annullamento dell’elezione della deputata Elisa Scutellà e la proclamazione del deputato Andrea Gentile (Fi). I sì sono stati 183, i no 127, un astenuto. Tutto nasce dal ricorso presentato dal candidato di Forza Italia Andrea Gentile contro l’elezione di Anna Laura Orrico. Il riconteggio delle schede ha ribaltato il risultato in favore dell’azzurro. I deputati del Movimento 5 Stelle si sono stretti attorno alle deputate Elisa Scutellà e Anna Laura Orrico dichiarate decadute dalla carica che hanno reagito così.
“Oggi volge al termine una vicenda fatta di soprusi e prevaricazioni, viene calpestato il diritto di voto dei calabresi, sono state cambiate le regole. La Giunta per le elezioni ha cambiato i criteri in maniera retroattiva, una vicenda che ha dell’oscuro, di cui si sta interessando la Procura, c’è una percentuale altissima di schede bianche che al riconteggio sono diventate valide e dove ci sono dichiarazioni strane e anomale. La maggioranza ha dimostrato per l’ennesima volta di andare avanti con tirannia non garantendo il diritto alla democrazia. La cosa che ci fa più rabbia è vedere nel plotone di esecuzione il ministro Tajani che è rientrato appositamente. Dovrebbe occuparsi di guerra, invece è rientrato ed era presente in Aula per votare l’ingresso di Andrea Gentile”.
“La Calabria viene sempre raccontata come terra di ‘ndrangheta. Per la prima volta invece nel 2022 i calabresi alzano la testa ed esercitano il voto liberamente. Quello di Cosenza è stato l’unico seggio conquistato da M5s, in una terra di ricatti e ‘ndrangheta. Il Parlamento oggi commette un delitto grave, mette sotto i piedi la libertà di voto dei calabresi e non prende in considerazione l’elevato numero di schede bianche trasformate in valide ben quattrocento la cui metà sono andate a favore di una famiglia politica. Questo Parlamento ha votato per favorire una famiglia politica che non brilla per democraticità ma per prepotenza”.