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Oggi il vertice sull'Albania: trasferimenti pronti a ripartire a gennaio

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Vertice Albania: trasferimenti migranti al centro dell'incontro a Palazzo Chigi. Focus su normative, Paesi sicuri e nuove strategie per gestire i flussi migratori.

A partire da gennaio, il governo intende rilanciare i trasferimenti dei migranti verso l’Albania, sostenuto dalla recente sentenza della Cassazione del 19 dicembre, interpretata come un segnale favorevole alle politiche dell’esecutivo.

Oggi il vertice sull’Albania: trasferimenti pronti a ripartire a gennaio

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da Saariselka in Finlandia, ha annunciato un vertice per delineare i prossimi passi, in un contesto europeo sempre più orientato alla protezione delle frontiere esterne.

Nel corso della riunione, prevista a Palazzo Chigi, parteciperanno il vicepremier Antonio Tajani (collegato dal Kosovo), il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Piantedosi, Crosetto e Foti. Uno dei punti centrali sarà l’analisi della situazione attuale, che ha visto un calo significativo degli arrivi via mare: 65mila quest’anno contro i 153mila del 2023. L’obiettivo è riattivare l’accordo con l’Albania, reso operativo da un emendamento che trasferisce le competenze sui trattenimenti dai magistrati delle sezioni immigrazione alle Corti d’appello. Questa modifica sarà effettiva dall’11 gennaio, aprendo così la strada alla ripresa dei trasferimenti verso il porto di Shengjin.

Vertice Albania, il governo accelera sui trasferimenti: ripartenza prevista per gennaio

La sentenza della Cassazione ha rafforzato la posizione del governo, affermando che la definizione dei Paesi sicuri rientra nelle competenze politiche. Tuttavia, i giudici mantengono la possibilità di valutare i casi individuali e, in situazioni particolari, di disapplicare il decreto. Meloni ha sottolineato l’importanza di “pensare fuori dagli schemi”, rivendicando l’innovazione rappresentata dall’accordo con l’Albania e la volontà di superare le difficoltà interpretative delle norme.

Parallelamente, il governo sta lavorando per ottenere un maggiore consenso a livello europeo sulle nuove regole per i rimpatri e i Paesi sicuri. Ursula von der Leyen ha confermato l’intenzione della Commissione Europea di accelerare l’adozione di nuove direttive in materia.

D’altro canto, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha criticato aspramente il progetto, definendolo un fallimento e chiedendo la chiusura dei centri di detenzione all’estero, ritenuti uno spreco di risorse e un’umiliazione per l’Italia.