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La protesta e le sue cause
Negli ultimi giorni, la situazione idrica in Sicilia ha raggiunto un punto critico. Oltre duecento persone, tra cui sindaci di cinque comuni dell’Ennese, hanno occupato il potabilizzatore dell’Ancipa, forzando gli sbarramenti delle forze dell’ordine. Questa azione, che ha visto la partecipazione attiva di rappresentanti delle istituzioni locali, è stata motivata dalla crescente insoddisfazione per la gestione delle risorse idriche nella regione. I manifestanti hanno denunciato la mancanza di acqua potabile e la necessità di un intervento immediato da parte delle autorità competenti.
I danni causati dalla manifestazione
La società Siciliacque ha presentato denuncia ai carabinieri di Troina, segnalando danni significativi agli impianti. Tra le manomissioni, si evidenzia la chiusura della valvola che alimenta l’acquedotto Ancipa Basso, interrompendo il flusso idrico verso i comuni di Caltanissetta e San Cataldo. Questa interruzione ha reso impossibile per gli operatori registrare le variazioni di flusso, costringendoli a monitorare la situazione solo visivamente. La mancanza di acqua ha colpito duramente le comunità locali, creando disagi e preoccupazioni tra i cittadini.
La risposta di Siciliacque e le prospettive future
Siciliacque ha comunicato che, in qualità di soggetto tecnico, ha sempre cercato di minimizzare i disagi e di seguire le indicazioni delle autorità. Tuttavia, l’azienda ha sottolineato che non ha la responsabilità di definire le strategie per affrontare la crisi idrica, ma si limita a eseguire gli interventi richiesti. In una nota inviata alla Cabina di regia per l’emergenza idrica, Siciliacque ha chiesto chiarimenti sulla programmazione delle attività future riguardanti le forniture idriche.
La situazione rimane tesa, e le autorità locali sono chiamate a trovare soluzioni rapide per garantire l’accesso all’acqua potabile per tutti i cittadini.