Il nuovo codice di condotta
Il Viminale ha recentemente introdotto un codice di condotta destinato a bar, discoteche, ristoranti e altri esercizi pubblici, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e prevenire atti illegali. Questo codice, che dovrà essere affisso in modo visibile all’interno dei locali, stabilisce regole chiare per gli avventori, come il divieto di introdurre armi, sostanze stupefacenti e comportamenti molesti. L’iniziativa si inserisce nel contesto delle Linee guida per la prevenzione degli atti illegali, pubblicate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Obiettivi e responsabilità
Le nuove linee guida mirano a creare un sistema di cooperazione tra esercenti e forze dell’ordine, incoraggiando i gestori a adottare misure di sicurezza come l’installazione di sistemi di videosorveglianza e una migliore illuminazione delle aree circostanti. Gli esercenti che aderiscono al codice possono evitare sanzioni severe, come la chiusura o la sospensione della licenza, in caso di disordini. Tuttavia, la responsabilità di garantire la sicurezza ricade in gran parte sugli operatori, suscitando preoccupazioni tra i rappresentanti del settore.
Le reazioni del settore
Le reazioni all’introduzione di queste linee guida non si sono fatte attendere. Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti, ha espresso preoccupazione per i potenziali oneri aggiuntivi che queste misure potrebbero comportare per i gestori di locali. Secondo Banchieri, i gestori già si impegnano quotidianamente per garantire la sicurezza e denunciare situazioni di pericolo, e l’imposizione di ulteriori obblighi potrebbe risultare inaccettabile. Anche Filiberto Zaratti, esponente di Avs, ha criticato il decreto, definendolo come un passo verso uno scenario liberticida e sottolineando che esiste già un Codice penale sufficiente per affrontare le problematiche di sicurezza.