Nel 2025, per la prima volta, due città divise da un confine condivideranno il titolo di Capitale Europea della Cultura. Nova Gorica e Gorizia, separate per decenni da filo spinato e muri, oggi si presentano come un’unica realtà culturale. Un tempo simbolo della frattura tra Est e Ovest, queste due città dimostrano come i confini possano trasformarsi da barriere a punti di incontro, dove la storia lascia spazio al futuro.
In questo senso, il confine tra Italia e Slovenia è un luogo emblematico. Nova Gorica e Gorizia sono state divise per decenni da una barriera che passava per Piazza Transalpina – Trg Evrope, immortalata nelle foto d’epoca con un filo spinato. Oggi, quel muro non c’è più e le due città festeggiano insieme il titolo di Capitale Europea della Cultura 2025.
Le due Gorizie non potrebbero apparire più diverse. Quella italiana si sviluppa attorno a un centro storico medievale con un castello arroccato sulle colline che costellano la destra orografica dell’Isonzo. Nova Gorica, invece, è il frutto di una visione modernista. Nata nel secondo dopoguerra per dare un capoluogo all’area goriziana assegnata alla Jugoslavia, è un manifesto del modernismo socialista progettato dall’architetto sloveno Edvard Ravnikar. Ampie prospettive, edifici in cemento armato, un’idea di città proiettata verso un futuro che, in parte, sembra essere rimasto incompiuto.
Un’altra idea di futuro l’avevano avuta gli Austriaci, creatori della ferrovia Transalpina, che collegava Trieste a Salisburgo attraverso l’area goriziana. La sua stazione monumentale sorge su quella che oggi è la Piazza della Transalpina, ex linea di confine tra due blocchi contrapposti: da un lato la Slovenia jugoslava, dall’altro l’Italia atlantista. Oggi, la stessa piazza è il cuore simbolico della Capitale Europea della Cultura.
Il titolo non celebra solo le due città, ma anche il territorio circostante. Brda, la regione collinare che in Italia prende il nome di Collio, è stata inserita dalla CNN tra le migliori regioni vinicole del mondo. È una destinazione perfetta per l’enoturismo e l’escursionismo, attraversata dall’Alpe Adria Trail, dal Juliana Trail e dal Sentiero della Pace sul Monte Sabotino. Per gli appassionati di cicloturismo, qui passano la TransDinarica e la Juliana Bike.
Appena fuori Nova Gorica si apre la Valle del Vipava, una regione vitivinicola di eccellenza. Qui domina lo Zelèn, vino bianco autoctono dalle note fruttate. La valle, poco conosciuta fino a pochi anni fa, è un gioiello per gli amanti della natura e della gastronomia. A pochi chilometri, nel monastero francescano di Kostanjevica, riposa Carlo X di Francia, ultimo re della dinastia borbonica, in esilio a Gorizia dopo la rivoluzione del 1830.
![ponte di salcano scaled](https://www.notizie.it/wp-content/uploads/2025/02/ponte-di-salcano-600x900.jpg.webp)
Tra i simboli della regione c’è il ponte di Salcano, il più grande ponte ferroviario in pietra del mondo. Oltre alla sua funzione originaria, in estate diventa l’unico punto della Slovenia dove praticare il bungee-jumping. Per chi preferisce esperienze più rilassanti, nella Valle del Vipava si può diventare “astronauti del vino” con Winestronaut, un percorso tra vigneti e cantine locali.
Il programma di Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025 è ricco di eventi. Tra i più attesi, la cerimonia di apertura dell’8 febbraio, con un simbolico collegamento tra le due stazioni ferroviarie; le Giornate delle Cantine Aperte il 15 e 16 giugno, con la partecipazione di 37 produttori di Brda; il Tour del Contrabbando, un viaggio interattivo nella storia dei traffici transfrontalieri; la mostra di arte tessile di Eta Sadar Breznik fino al 18 settembre; e, infine, il festival “Gusti senza frontiere”, che dal 26 al 28 settembre celebrerà l’incontro tra le tradizioni gastronomiche dei due lati del confine.
Nova Gorica e Gorizia, separate per decenni, oggi si presentano come un’unica realtà culturale. La loro nomina a Capitale Europea della Cultura è un’opportunità per riscoprire un’area di confine che, da simbolo di divisione, si trasforma in modello di integrazione.
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