Nicolò Feltrin morì a 2 anni per overdose: il padre patteggia ed evita il carcere

Il padre, unico indagato per la morte di Nicolò Feltrin causata da un'overdose, patteggia evitando così di andare in carcere.

Dopo quasi più di due anni si torna a parlare del caso di Nicolò Feltrin, il bambino di due anni che aveva perso la vita a causa di un’overdose.

Il padre, l’unico indagato, ha patteggiato due anni con pena sospesa, ciò significa che non andrà in carcere. Una situazione che riguarda solo l’accusa di omicidio, perché le altre, nel frattempo, sono cadute.

Niente carcere

La notizia è stata condivisa da Il Gazzettino e rivela che Dieto, il padre di Nicolò Feltrin che perse la vita a 2 anni a causa di un’overdose e unico indagato, ha patteggiato due anni con pena sospesa in merito all’accusa di omicidio colposo.

Stando alle altre informazioni disponibili tutte le altre accuse, che includono spaccio di droga al bimbo e morte come conseguenza di altro reato, sono cadute.

Stando alle altre informazioni rilasciate dal giornale, a giocare a favore del 44enne sono stati più fattori, come il fatto che fosse incensurato, che non avesse mai avuto problemi con la giustizia per eventi legati alla droga e che, anche dopo il fatto, si è sempre comportato in maniera corretta.

Il caso

Il tutto è avvenuto il 28 luglio del 2022 quando il bambino di 2 anni, Nicolò Feltrin, era giunto al pronto soccorso di Pieve di Cadore, a Belluno, per insufficienza respiratoria e battito cardiaco rallentato. Il padre inizialmente aveva raccontato ai medici che suo figlio aveva mangiato qualcosa di strano nel parco sotto casa.

In seguito Nicolò è morto per intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish, come riportato anche dall’accusa.