Ancona, 8 ott.
(Adnkronos Salute) – "L'Italia, insieme a Svizzera, Norvegia, Finlandia e altri tre Paesi europei, ha deciso di adottare una strategia nazionale per promuovere la salute del cervello". Così Matilde Leonardi, direttrice Neurologia all'Istituto Besta di Milano e membro del Consiglio della Società italiana di neurologia (Sin) e della European Academy of Neurology (Ean), questa mattina ad Ancona, nominata capitale europea della salute del cervello, spiega all'Adnkronos Salute il perché di una giornata nell'ambito del G7 per i ministri della Salute "per parlare di salute del cervello, tema fondamentale per la salute di un Paese".
Un evento promosso da Ean, Sin e con la Strategia italiana per la salute del cervello.
"Possiamo parlare di salute del cervello perché la ricerca ha dimostrato che siamo in grado di prevenire ciò che una volta era considerato inevitabile, come l'invecchiamento e il declino cognitivo – afferma Leonardi – La ricerca ci dice che il 40% delle demenze può essere prevenuto grazie ad attività come lo sport, mantenere relazioni sociali, seguire una buona dieta, camminare ogni giorno, tenere sotto controllo la pressione e il diabete, e avere relazioni positive con gli altri.
Come Sin, i 5mila neurologi italiani sono al fianco dei cittadini per dire che è possibile fare prevenzione e, nel caso in cui si sviluppi una malattia del cervello, cercare di mantenere un buon funzionamento il più a lungo possibile. La neurologia italiana è presente e oggi ad Ancona, insieme alla European Academy of Neurology, premiamo la città come capitale europea della salute del cervello perché l'Italia può e deve, grazie al suo background basato sul concetto di 'One health' – che include alimentazione, relazioni sociali e cultura – diventare non solo capitale europea, ma mondiale della salute del cervello".
Serve però un coinvolgimento delle istituzioni, serve un intero sistema. "Come ricercatrice e neuroscienziata – aggiunge Leonardi – spero che si possa partire dalla ricerca, che è la base per sviluppare nuove terapie e diagnosi. L'Italia non è indietro, ma ha bisogno di più fondi. Speriamo che le istituzioni finanzino la ricerca, individuando alcune priorità, soprattutto in un Paese anziano come il nostro, che necessita di maggior ricerca sulle malattie neurodegenerative e su quelle che impattano sull'invecchiamento.
Siamo impegnati su molti fronti e abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni – rimarca la neurologa – Non possiamo lasciare solo il ministero della Salute, perché la salute non è solo una questione di sanità. Abbiamo bisogno di buoni trasporti per raggiungere i luoghi di cura, di integrazione sociale per sostenere chi non è autosufficiente, e di cittadini – conclude – che si sentano responsabilizzati a prendersi cura di se stessi".