A quanto pare il primo ministro israeliano ha già bene in mente come evacuare i civili presenti nella città di Rafah.
Almeno questo è quanto emerge dai nuovi dettagli condivisi da Al Jazeera secondo cui Netanyahu avrebbe convocato il gabinetto di guerra per discutere non solo dell’invasione, ma anche gli ordini per supportare gli sfollati. Peccato che, almeno per il momento, aleggia il mistero su questo piano.
Confermati nuovi aiuti umanitari
L’incontro con il gabinetto è avvenuto nella tarda serata di ieri, 25 febbraio, e ha avuto come protagonista sia l’invasione che un piano di evacuazione per i civili presenti a Rafah.
Peccato che, nonostante l’annuncio di Netanyahu, al momento non sono state condivise molte informazioni in merito, soprattutto non è ben chiaro come e dove avverrà tale spostamento di persone.
L’unica cosa emersa dall’incontro è che sono stati confermati nuovi aiuti umanitari che entreranno nella zona nord della striscia di Gaza. In precedenza l’ingresso avveniva nel sud, più precisamente attraverso i valichi di Rafah e Kerem Shalom, ma a causa dei saccheggi non arrivavano quasi mai nelle zone settentrionali.
Si continua a cercare un’intesa
Nel frattempo si continua a lavorare per trovare un’intesa tra le parti che possa spianare la strada verso ad un cessate il fuoco. Oggi è infatti atteso un nuovo appuntamento a Doha, in Qatar, a cui parteciperanno Egitto, Qatar, Stati Uniti insieme a una delegazione israeliana e i rappresentanti di Hamas.
A tal proposito Israele è stata però molto chiara, dichiarando che i negoziati rallenteranno l’assalto a Rafah, ma non basteranno per cancellare l’intera operazione, sottolineando che prima o poi la città verrà attaccata.
In ogni caso il ministro israeliano Gideo Sa’ar ha fatto sapere che una bozza per un accordo che sembra soddisfare Israele è già stato spedito ad Hamas e, al momento, si attendere una risposta da parte del gruppo.