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Giacomo Bozzoli non sarà interrogato questa settimana dalla Procura di Brescia, che vuole fare luce sulla latitanza dopo la sentenza di condanna all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, gettato nel forno della fonderia l’8 ottobre 2015.
L’interrogatorio di Giacomo Bozzoli
Dal carcere di Bollate viene riferito agli inquirenti che Bozzoli sarebbe ancora fortemente sotto shock, provato e quindi incapace in questo momento di affrontare un interrogatorio.
Tuttavia, nonostante le difficoltà emotive, Bozzoli continua a proclamarsi innocente e a concentrare la sua attenzione sulle questioni legali legate alla sua condanna all’ergastolo. Inoltre, ha annunciato di aver scritto una memoriale destinato ai vertici della giustizia bresciana in cui parla di un testimone austriaco, una donna, che lo scagionerebbe.
L’interesse della Procura di Brescia
Quasi un decennio dopo dai fatti, Giacomo Bozzoli è stato riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo.
Nulla smuove l’interesse della Procura di Brescia, che mira a ottenere ulteriori dettagli sulla sua fuga e sul periodo di latitanza: l’interrogatorio è solo rimandato, sarà un momento cruciale per gettare nuova luce sui fatti.
Giacomo Bozzoli e l’incontro con i familiari
A breve, probabilmente nei prossimi giorni, Bozzoli potrebbe incontrare per la prima volta i suoi familiari, la compagna e il figlio nel carcere di Bollate, dove il 39enne è rinchiuso da venerdì.