L’Imperatore Nerone nutriva per la Grecia una vera e propria passione: ne amava la lunga e gloriosa storia, e soprattutto, l’arte ineguagliabile, che tentava di imitare, pare, senza grande successo.
Conosceva a memoria tutta l’opera di Omero, che recitava spesso, e lui stesso fu autore di versi sul mito della caduta di Troia.
I Greci ricambiarono l’amore di Nerone tributandogli onori ed encomi, tanto che l’Imperatore un giorno affermò:
“Solo i Greci sono in grado di apprezzare la mia arte!”
Che in effetti, a Roma e presso la sua corte, veniva derisa e non certo omaggiata come lui avrebbe desiderato.