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Secondo l’avvocato che difende la mamma del piccolo, Giovanni Di Meglio, la 28enne Chan Jheansel Pia Salahid si è sempre presa cura del piccolo. Il neonato è morto a bordo della nave, lì dove era nato due giorni prima, il 17 maggio: nonostante quanto affermato dal legale, emergono però nuovi inquietanti sviluppi sul caso.
La giovane filippina di 28 anni, aveva partorito il bambino nel pomeriggio di venerdì scorso, mentre era già imbarcata come addetta alle pulizie.
Secondo le prime indagini si dichiara che abbia fatto morire colpevolmente il suo neonato, nonostante lo avesse allattato più volte nel giro di un paio di giorni.
Nell’indagine della Procura di Grosseto si spiega che il piccolo non avrebbe ricevuto per ore le cure necessarie, mentre la mamma sarebbe stata intenta a svolgere i turni di lavoro. Inoltre, quando il neonato restava da solo, sarebbe stato chiuso dentro l’armadietto della cabina per evitare che cadesse dal letto, se lasciato incustodito.
L’arresto della mamma dopo la morte del neonato
Per la morte del bambino sono state arrestate nel carcere di Sollicciano a Firenze, con l’accusa di omicidio volontario, la mamma, Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne, e due colleghe, Mutundu Dorcas Njuguini, e Mphela Kgothadso Mabel Jasmine, difese dagli avvocati Luca e Mario Fabbrucci.
Intanto la procura di Grosseto ha conferito per venerdì 24 maggio l’incarico per l’autopsia, sul corpo del neonato, all’ospedale Misericordia.
Il viaggio della Silver Whisper
La “Silver Whisper” era salpata da Trieste e venerdì 17 maggio, mentre la nave da crociera si trovava nel mar Tirreno meridionale, la giovane ha partorito nella cabina. Due giorni dopo il parto, tenuto nascosto per paura di perdere il lavoro, sarebbe stato scoperto ed è stato avvertito il comandante che ha fatto scattare i soccorsi: il neonato però era già privo di vita.