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Neonata rapita a Cosenza, Rosa Vespa scrive una lettera dal carcere al marito: "Perdonami"

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Rosa Vespa, detenuta dal 21 gennaio per il rapimento della neonata, ha scritto una lettera al marito Moses Chiediebere, chiedendo di perdonarla

Rosa Vespa, accusata del rapimento della piccola Sofia subito dopo la sua nascita alla clinica Sacro Cuore di Cosenza, è detenuta dal 21 gennaio. Nelle ultime ore, la donna ha inviato una lettera al marito dal carcere, chiedendogli scusa per averlo coinvolto nella vicenda.

Neonata rapita, Rosa Vespa scrive una lettera al marito: “Perdonami”

La 51enne, che il 21 gennaio scorso aveva portato via la piccola dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza, è stata arrestata insieme al marito Moses Chiediebere Omogo, tre ore dopo il rapimento, nella loro abitazione di Castrolibero, mentre festeggiavano la nascita di «Ansel».

L’uomo, è stato rilasciato subito dopo l’interrogatorio del Gip, che ha ritenuto la sua completa estraneità ai fatti. Tuttavia, è ancora sotto indagine per sequestro di minore aggravato, poiché le investigazioni condotte dalla squadra mobile e dalla procura non sono ancora terminate. È proprio a lui che Rosa Vespa indirizza una lettera dal carcere, nella quale scrive:

Perdonami, sono dispiaciuta per quello che ti ho fatto”.

Tra le teorie proposte dalla difesa, c’è anche quella di una gravidanza isterica, che potrebbe giustificare il gesto della donna. Rosa sognava da tempo di avere un figlio e, dopo aver avuto un ritardo nel ciclo mestruale, aveva cercato di convincersi di essere incinta. Lui aveva creduto alla gravidanza della moglie e, nell’intervista a Cinque Minuti di Bruno Vespa, ha dichiarato:

Mia moglie ha fatto tutto da sola. Il 21 gennaio mia moglie mi disse che era il giorno delle dimissioni e io ho preso mezza giornata libera dal lavoro. Io ho organizzato la festa di benvenuto con tutti i familiari”.

Perizia psichiatrica per Rosa Vespa

La perizia è stata richiesta dall’avvocato difensore della donna, Teresa Gallucci, per valutare le sue condizioni psichiche e identificare eventuali disturbi di natura psicologica, e il pubblico ministero non ha sollevato obiezioni.

Rosa è sconvolta e si è assunta le sue responsabilità. Non ha precedenti ed il suo intento, di certo, non era quello mettere in pericolo la piccola. Non è una criminale. Ha detto che non voleva fare del male a nessuno e che la piccola non è mai stata in pericolo, assumendosi la responsabilità esclusiva di quanto è accaduto”, ha dichiarato il legale.