Gaeta, 4 nov.
(askanews) – L’interoperabilità tra le forze della Nato si garantisce anche attraverso la sicurezza delle comunicazioni e la flessibilità nello svolgere i propri compiti da parte dei singoli membri dell’equipaggio.
“È come inviarsi un’e-mail a vicenda, ma quando pensi al comparto militare ogni Paese ha il proprio interesse nazionale e le informazioni che desidera proteggere, ma questo team è in grado di garantire che le informazioni degli Stati Uniti siano protette e anche quelle di tutte le altre nazioni Nato, fornendo comunque la possibilità di comunicare”.
Ce lo spiega Matthew J. Kiser, il comandante della nave USS Mount Whitney, ammiraglia della Sesta Flotta degli Stati Uniti d’America di stanza nel Mar Mediterraneo e anche Afloat Command Platform delle Naval Striking and Support Forces NATO (STRIKFORNATO).
Orgoglioso, ci presenta parte del suo equipaggio, ovvero il suo dream team che garantisce le comunicazioni. Compresa, la Tenente per le comunicazioni della US Navy Caraballo, che riassume:
“Bisogna dare priorità a ciò che deve essere fatto e supportare coloro che utilizzano i nostri servizi quando sono a bordo”, spiega Caraballo che poi aggiunge: “Ma la cosa principale è che il nostro obiettivo primario è supportare il Mount Whitney, la nave ammiraglia, il nostro vice ammiraglio Jeffrey T.
Anderson e tutti coloro che salgono a bordo. E quindi siamo molto flessibili, sapendo che questa è la missione principale”.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio Alessandra Franco
Immagini askanews