A bordo della USS Harry S.
Truman (Mare del Nord), 29 ott. (askanews) – Sessantacinque tra aerei da caccia (con uno o due posti) ed elicotteri: una dotazione massiccia quella della portaerei americana USS Harry S. Truman, nave comando dell’attività ‘Neptune Strike’ nel Mare del Nord, dalla Scozia verso le coste norvegesi, una delle principali attività di vigilanza rafforzata dell’Alleanza, che vede impegnate diverse aree, dal Mediterraneo centrale e dall’Adriatico fino al Mare del Nord e al Mar Baltico.
Askanews è salita a bordo della portaerei, dopo essersi imbarcata sul velivolo militare C-2 Greyhound, dell’aviazione statunitense. I caccia decollano e atterrano in continuazione. Gli uomini sono sulla pista di lancio 24 ore al giorno. La USS Harry S. Truman è una portaerei a propulsione nucleare della Marina americana, l’ottava per costruzione della classe Nimitz. Può ospitare a pieno regime fino a 5650 persone (3500 marinai + 2150 avieri).
Ad accoglierci a bordo della portaerei è l’Ufficiale Comandante, il capitano Dave Snowden.
“Sono ufficiale della Marina americana da 29 anni, credo che i militari svolgano un lavoro fantastico”, dice con fierezza. “Il nostro compito è di addestramento e guida ai giovani ufficiali affinché siano in grado di assumersi le responsabilità di un lavoro come quello di comandante di una portaerei. La considero una proposta molto profonda e importante”.
Riguardo alla Neptune Strike, il comandante risponde: “Siamo qui per sostenere la NATO e costruire una interoperabilità insieme agli alleati, insieme alla capacità di rispondere alle minacce che possiamo subire come Alleanza.
Non dico che non ci sia alcuna minaccia, c’è sempre una minaccia persistente per chiunque di noi indossi un’uniforme. Abbiamo trascorso la maggior parte dell’anno in addestramento per prepararci a questo dispiegamento. E parte di questo addestramento è la capacità di mitigare le minacce, di rispondere alle minacce se necessario, ma siamo sempre preparati, aperti alla possibilità che una minaccia possa sempre presentarsi. La mia generazione di ufficiali navali è cresciuta in un mondo pieno di conflitti”.
E ora con il Medio Oriente? “Il nostro obiettivo è di non avere alcun conflitto, in nessuna parte del mondo – risponde con convinzione l’alto ufficiale – e sono onorato di provare a contribuire a una de-escalation o anche ad una deterrenza”.
Servizio di Serena Sartini
Montaggio di Carla Brandolini
Immagini di askanews