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Natalità in Italia, 2024 anno record in negativo, il governo in allarme

Istat nascite minimo storico

  L'Italia in crisi di culle irreversibile. La Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella propone bonus, asili e decontribuzione per sostenere le famiglie e dare valore alla maternità

L’Italia è in pieno “inverno demografico”. Secondo l’Istat, nel 2023 si sono registrate appena 379.890 nascite, segnando un record negativo con un decremento del 3,4% rispetto all’anno precedente. E nel 2024 i numeri continuano a calare: 4.600 bambini in meno nei primi sette mesi rispetto all’anno precedente. Il tasso di fecondità è ora a 1,21 figli per donna, ben al di sotto del livello di sostituzione di 2,1.

Nonostante gli sforzi governativi, come l’introduzione di bonus una tantum di 1.000 euro per ogni nascita per le coppie con ISEE inferiore a 40.000 euro e l’aumento del bonus asili nido a 3.600 euro annui per le famiglie con almeno due figli le misure adottate, secondo Welfare, sembrano insufficienti a contrastare il declino demografico. Esperti sottolineano che tali incentivi potrebbero non essere adeguati a invertire una tendenza ormai radicata.

Denatalità, le tre mosse del governo per invertire la tendenza

La Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, intervistata da Il Tempo, non usa mezzi termini: «Il declino della natalità non è solo un problema economico, ma culturale. Una volta si facevano figli anche in condizioni difficili; oggi invece si fatica persino a desiderarli». Anche l’immigrazione, spesso vista come soluzione alla denatalità, non sembra essere la risposta. «Gli immigrati – spiega la Ministra – adottano presto le nostre abitudini riproduttive, facendo meno figli. Puntare solo su di loro è come scavare in un pozzo senza fondo».

E per affrontare la crisi, la Ministra Roccella, presenta un piano basato su tre pilastri fondamentali:

Sostegni economici diretti

«Abbiamo potenziato l’assegno unico per le famiglie numerose e introdotto il cosiddetto “bonus nuovi nati”. Non è solo un bonus una tantum, ma una misura strutturale per aumentare il reddito delle famiglie», precisa.

Conciliazione vita-lavoro

«La decontribuzione per le madri lavoratrici e i congedi parentalimigliorati sono passi concreti per aiutare le donne a non dover scegliere tra carriera e maternità. Abbiamo anche proposto un codice di autodisciplina per le imprese, con programmi di “coaching” per favorire il rientro al lavoro dopo la maternità».

Investimenti nei servizi

«Abbiamo destinato risorse del PNRR e fondi aggiuntivi per raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura degli asili nido. Inoltre, stiamo rendendo gli asili praticamente gratuiti per molte famiglie».

Eugenia Roccella: maternità è risorsa sociale, valore da riscoprire

Il vero nodo, però, secondo la Ministra, è culturale. «Serve un cambio di paradigma: dobbiamo restituire valore sociale alla maternità. Non è solo una scelta privata, ma un bene collettivo. La nostra Costituzionela tutela, ma troppo spesso questo principio resta inapplicato».

Roccella evidenzia anche la necessità di maggiore consapevolezza sulla fertilità: «La fertilità sta calando drammaticamente. Dobbiamo informare meglio le giovani donne sulla riserva ovarica e su come preservarla».

Infine, la Ministra punta il dito contro l’Unione Europea: «L’Europa ha posto massima attenzione all’ambiente, ma ha ignorato la crisi demografica. È ora di superare i limiti di spesa per investire nella natalità. Non possiamo permetterci di perdere il valore sociale della maternità: è la chiave per costruire il futuro del Paese».