Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) – "Ogni donna partorisce in media 1,2 figli rispetto ai 1,5 di qualche anno fa, che è poi la media europea. In Europa siamo la nazione che fa meno figli, come italiani stiamo andando verso 'l'estinzione'. Quello che possiamo fare come società scientifica è evitare che la coppia si rivolga a noi, in particolare il maschio, intorno ai 40-50 anni di età, quando ormai è difficile poter fare qualcosa”. Così all’Adnkronos Salute Alessandro Palmieri, presidente Società italiana di andrologia (Sia), commenta i tassi di natalità in Italia, tra i più bassi d'Europa: nel nostro Paese siamo infatti passati dai 530.000 bambini che nascevano nel 2008 ai 393.000 circa dell'ultimo rilevamento dell'Istituto superiore di sanità relativo al 2022. E va male anche il 2023, anno in cui si registra un altro record negativo in termini di natalità, meno 1,7% rispetto all'anno precedente, pari a circa 3.500 nascite in meno già solo nei primi sei mesi dell'anno.
Per Palmieri occorre puntare sulla prevenzione: “per questo dobbiamo intercettare il giovane diciottenne – rimarca l’andrologo – A tale proposito abbiamo fatto delle campagne informative sul territorio nazionale. Nella regione Friuli-Venezia Giulia, ad esempio, qualche anno fa è stata lanciata una campagna in cui a tutti i 18enni era stata regalata una visita dall'andrologo, un consulto per intercettare le malattie tempestivamente”. Inoltre, “è fondamentale far passare il messaggio di mettere da parte uno sperma in una apposita banca – sottolinea l’esperto – Un concetto che è superiore alla prevenzione perché questo significa che dopo qualsiasi trauma o incidente possa accadere nella vita di un giovane, lo stesso può ricorrere al seme che ha messo da parte per poter poi avere figli". Quindi "ci sono tantissime cose che una società come la Sia può fare nel campo della denatalità e dare una mano anche alle istituzioni” conclude.