Eppure, non si limitò a sentirsi sempre profondamente e intimamente francese, tra l’altro cosa assolutamente legittima, ma mantenne al contempo un meno simpatico atteggiamento di disprezzo e quasi di vergogna nei confronti della proprie origini italiche, tanto da mutare il suo vero cognome, che originariamente era “Buonaparte” in “Bonaparte”, più adatto alla lingua d’oltralpe.
Ma non mostrò di sicuro la medesima denigrazione nei confronti delle opere d’arte del nostro Paese, che letteralmente razziò di famosi capolavori che andarono a far bella mostra di sé in Francia; soltanto fra i dipinti, ne rubò 506, di cui la metà venne restituita dopo la sua caduta, ma le altre centinaia non fecero mai più ritorno in Patria.
Stessa sorte toccò a moltissimi reperti greci ed egizi.
Capolavori che, tuttavia, ovunque si trovino, continueranno ad essere italiani, greci ed egizi.