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Muore in fabbrica a soli 17 anni: il primo giorno di lavoro si trasforma in dramma

muore in fabbrica

A Nocera Inferiore un giovane muore in fabbrica, senza contratto. Indagini aperte per chiarire la dinamica e accertare eventuali responsabilità. Ancora un dramma sul lavoro, tra silenzi e sospetti.

Aveva solo 17 anni, e quel lavoro l’aveva appena cominciato, forse il primo giorno, forse il secondo, nessuno ancora lo sa con certezza.

Muore in fabbrica il giorno dell’assunzione: aperta inchiesta sulle responsabilità

Quel capannone di Nocera Inferiore, provincia di Salerno, gli aveva aperto le porte come succede troppo spesso, in silenzio, senza contratti, senza tutele, senza nemmeno il tempo di capire davvero dove fosse finito.

Si è trovato davanti un macchinario industriale, uno di quelli che incutono timore solo a guardarli, ma quando sei giovane e devi lavorare certe paure te le ficchi in tasca, tanto non puoi scegliere, devi farlo e basta.

Poi qualcosa è andato storto, come accade sempre in queste storie dove nessuno vede mai nulla, finché non è troppo tardi.

Il ragazzo si è ferito, forse si è sentito male, forse entrambe le cose, ancora non c’è una risposta chiara, solo ipotesi, solo sospetti.

Due persone lo hanno accompagnato di corsa all’ospedale Umberto I, a Nocera Inferiore, dove è arrivato in condizioni disperate, la rianimazione ha provato a strapparlo alla morte ma non c’è stato nulla da fare, troppo gravi le ferite, troppo poco il tempo per salvarlo. L’ennesimo ragazzo che muore perchè qualcosa va storto in fabbrica, ancora una morte bianca.

La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, quattro indagati, atto dovuto, così si dice in questi casi, per permettere l’esecuzione dell’autopsia, l’unica che forse racconterà davvero quello che è successo dentro quella fabbrica, tra il rumore assordante e l’indifferenza di chi doveva vigilare.

Muore in fabbrica senza contratto, la procura indaga sui rischi e sulle responsabilità

Gli investigatori hanno accertato che lavorava in nero, in fabbrica senza alcun contratto, e adesso stanno cercando di ricostruire le sue ultime ore, per capire se qualcuno abbia sbagliato o se, come troppo spesso capita, si farà finta che sia solo un altro incidente sul lavoro, uno dei tanti, uno di quelli che a forza di contarli non fanno più notizia, un altro ragazzo che muore sul lavoro.

Il ragazzo non aveva nemmeno i documenti addosso, per sapere chi fosse hanno dovuto rilevare le impronte digitali, solo così ha riavuto un nome, solo così qualcuno ha potuto avvisare la famiglia.

La fabbrica si occupa di trasformazione del legno, un ambiente dove i rischi sono ovunque, e adesso anche il macchinario sarà esaminato da un perito nominato dalla procura, nella speranza di chiarire una volta per tutte se quella morte si poteva evitare, oppure no.

Intanto l’attesa è lunga, l’autopsia non arriverà prima di 90 giorni, e nel frattempo restano solo domande senza risposta e una famiglia distrutta. Lo Stato deve cominciare a costruire politiche concrete che aiutino aziende e persone a superare l’inadeguatezza e colmare il divario tra sicurezza e lavoro.